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Passione, curiosità, intelligenza: il vuoto che lascia Gianni Raviele

Dal '98 in poi ha curato la linea editoriale di Canale 58

Si è spento all'età di 89 anni Gianni Raviele. Per anni giornalista Rai, responsabile della redazione cultura del TG1, è stato tra i fondatori del TG delle 13.30 con Andrea Barbato e Piero Angela. Professionista colto e raffinato, Raviele era molto legato alla sua terra d'origine, San Martino Valle Caudina, dove sarà sepolto. I funerali si terranno domani alle 15.30 presso il convento francescano Santa Caterina d'Alessandria.

Scrittore, storico, documentarista. Appassionato di arte, di musica, di cinema, di pittura, di letteratura. Ne ha fatte di cose Gianni Raviele, tanto che la sola definizione di giornalista può sembrare riduttiva. 

Una vita dedicata al lavoro e allo studio, all'attività professionale e culturale. La sua è stata una carriera lunga e costellata di successi, a partire dall'ingresso in Rai, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, con il programma radiofonico ''Notturno dall'Italia''. Promosso caporedattore, Raviele passa al Tg1 lavorando fianco a fianco con le migliori firme dell'epoca: Zavoli, Biagi, Agnes, Barbato e Piero Angela. Ma è la cultura il suo pallino, ed è in questo campo che lascia il segno più profondo. ''Primissima'', la rubrica del Tg1 fu la sua prima creatura, alla quale seguì ''Prisma'', settimanale di cultura e spettacolo. Qui si avvale della collaborazione di giornalisti come Vincenzo Mollica e Lello Bersani, in veste di conduttore. ''Prisma'' ospiterà personaggi che hanno fatto la storia del cinema: da Ettore Scola a Vittorio Gassman, fino a Woody Allen e Federico Fellini.

L'attività giornalistica è accompagnata dalla produzione letteraria, ampia e variegata. Raviele scrive di politica, storia, arte, con la medesima straordinaria competenza. Tra i saggi vale la pena citare ''Incredibile Taormina'' e ''Alle origini del Mito''. Raviele si dedica inoltre allo studio della pittura italiana del duecento scrivendo saggi su Giotto e Martini. Instancabile, gira il mondo, visitando musei e pinacoteche, terre di antichi popoli e civiltà sepolte. Di ogni viaggio lascia testimonianze di valore nei documentari girati per la Rai.

C'è, ancora, la pubblicistica dedicata a San Martino Valle Caudina, amato paese d'origine che nel 2015 gli renderà omaggio con la cittadinanza onoraria. Raviele racconta i suoi luoghi, la sua gente, le sue montagne con volumi che affrontano passaggi storici decisivi e travagliati. Grazie a questa intensa attività letteraria, Raviele porta a casa premi e riconoscimenti. Il legame con la terra natia dura tutta la vita. Nel '72 fonda con un gruppo di amici l'associazione Pro Loco San Martino Valle Caudina. Da allora e per anni il comune è palcoscenico di eventi eccezionali, crocevia di artisti, musicisti, scrittori: Lucio Dalla, Zucchero, Pino Daniele, Andrea Bocelli, Carlo Verdone, Antonello Venditti. ''San Martino Arte'' diventa uno degli eventi più seguiti della Regione Campania.

La carriera di Raviele non conosce sosta. Dopo essere stato giornalista Rai, vice direttore del Tg2 e direttore generale di Telesanmarino, dal '98 cura la linea editoriale di Canale 58, dando lustro all'emittente irpina con rubriche, speciali, approfondimenti, editoriali e interviste. Nel 2006 fonda, in collaborazione con l'editore Giuseppe Bruno e con Rosaria Bruno, il premio ''Irpino dell'Anno'', riconoscimento prestigioso e ambito, destinato agli irpini illustri che si sono distinti nell'attività professionale, culturale, imprenditoriale.

Colto, raffinato, schivo, Raviele lascia un vuoto incolmabile nel mondo del giornalismo e della cultura. Mancheranno la sua lucidità, la sua curiosità. Soprattutto la passione per un mestiere, quello del giornalista, trasmessa a decine di giovani cronisti che, come noi, hanno avuto il privilegio di averlo come Maestro.

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