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Alta Capacità, zecchiniani contro Giuseppe De Mita

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''Le posizioni che esimi rappresentanti irpini e non, continuano ad esprimere in Giunta Regionale sono gravissime''. Lo scrive in una nota il coordinatore cittadino di Ariano della DC Verso il Ppe, Alessandro Ciasullo.  ''Il testo, sulla soppressione della stazione Irpinia della linea TAC Napoli-Bari -a meno che non si voglia interpretarlo ricorrendo alla “fenomenologia dello spirito” hegeliana- è evidente. Laconicamente limpido nelle sue determinazioni; sancisce, a chiare lettere, un sostanziale ritorno ad un’ipotesi di progetto precedente a quella attuale, che vedrebbe bypassata l’intera Valle dell’Ufita. 
Tale ipotesi funesta, cieca, deprecabile sarebbe senza mezzi termini un vero e proprio “GENOCIDIO SOCIALE” per le prospettive di sviluppo dell’intero territorio ufitano ma anche dell’intera provincia di Avellino.
Il vice-presidente regionale De Mita, quando afferma che: “risulterebbe nel tempo difficilmente sostenibile il mantenimento dell’attuale tracciato, con la realizzazione di una nuova stazione in provincia di Avellino, (…), in assenza di un punto produttivo forte e senza un contesto di forte coesione territoriale”, a cosa allude? Al fatto che il tracciato sarà mantenuto nella sua variante attuale con l’apertura della stazione Irpinia ed il potenziamento dell’attuale tessuto industriale e produttivo? Oppure che: non essendo ancora operativo un polo industriale forte possiamo scordarci della suddetta? O fatto ancor più grave che: si prevede di spostare in aree più produttive l’attuale tracciato ferroviario?
 Le parole hanno un loro peso specifico di cui tener conto dal quale neanche chi è abituato a sofismi articolati può esimersi. 
La logica a cui l’esimio assessore prof. Vetrella e gli altri tecnici oltre che sul fronte trasporti anche in altri ambiti come la sanità e i tribunali, vorrebbero comprimerci, tiene conto esclusivamente di mere ubriacature numeriche e quantunque la logica fosse quella vetero-positivista dei numeri, bisognerebbe considerare che dietro ad ognuno di essi ci sono uomini, vissuti, speranze, territori di per sè marginali e sempre più umiliati da un napolicentrismo nefasto e da una crisi spaventosa.
 E seppure volessimo mirare al contenimento delle spese riportando la discussione all’interno di dinamiche tecnico numeriche è evidente che lo sviluppo infrastrutturale campano, legato soprattutto al Sistema Metropolitano Regionale (SMR), si concentra da tempo immemore nella fascia metropolitana e costiera con interventi di sistema, ma ancor più spesso di riqualificazione territoriale, che hanno coinvolto negli anni architetti e artisti di fama mondiale, vedasi stazioni dell’arte e stazione di Afragola dell’architetto Zaha Hadid. Come dire di economie in famiglia se ne potrebbero fare!
C’è bisogno di coesione territoriale? La coesione si genera nel rispetto dei ruoli e nella condivisione di obiettivi ultimi comuni, non disomogenei e non disarticolati. Noi rimarremo vigili e in stato di allerta per evitare l’ennesimo volgarissimo sfregio ad un territorio già martirizzato per le discariche e scippato di ulteriori presidi di civiltà''. 

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