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Ariano e Sant'Angelo punti vaccinali: si lavora al piano organizzativo

Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi, i presidi ospedalieri che avranno i vaccini anti covid. Questo almeno per il momento, il quadro che si potrebbe delineare nelle settimane che verranno. L’ospedale di Ariano sarà anche HUB, custodirà cioè le dosi vaccinali che dovrebbero arrivare a gennaio, essendo già dotato di un frigorifero che raggiunge la temperatura di meno 80 gradi. Il Criscuoli, a quanto pare, non sarà hub locale ma le dosi necessarie verranno fatte arrivare all’ospedale di Sant’Angelo da quello del Tricolle, assicurando la catena del freddo. Come detto nei giorni scorsi, l’Asl di Avellino ha un fabbisogno di circa 12 mila dosi per il personale sanitario e le fasce che hanno priorità.

I vaccini, una volta disponibili, potranno essere somministrati negli ambulatori dei nosocomi,dove saranno garantiti naturalmente percorsi diversificati e la sanificazione continua degli ambienti. In linea generale, dovrebbe funzionare così.

Visto che la somministrazione sul territorio spetta all’Asl che dunque si occupa anche della vaccinazione dei cittadini oltre che dei suoi operatori sanitari, l’azienda ospedaliera Moscati di Avellino e dunque anche il Landolfi di Solofra,invece, avranno a disposizione solo le dosi per i propri dipendenti intenzionati a vaccinarsi. Per questa fase preliminare e dunque richiamo escluso, sono state chieste dall’azienda ospedaliera quasi due mila dosi. Anche il Moscati ha disposizione 4-5 frigoriferi che raggiungono le bassissime temperature adatte a custodire le dosi vaccinali destinate ai propri operatori sanitari.

Comunque il quadro sul piano vaccinale e insieme a questo il ruolo di Asl e ospedali, si fa via via più chiaro anche perché sia le asl che le aziende ospedaliere non possono farsi trovare impreparate, quando la campagna vaccinale partirà ufficialmente.In Campania, i punti vaccinali saranno 27. In una prima fase si prevede un fabbisogno di 150 mila dosi. Come già detto si partirà con operatori sanitari e sociosanitari, poi ospiti lungo degenti e anziani con più di 80 anni. A cascata poi, persone con più di 60 anni, persone che hanno più patologie severe, personale scolastico e gruppi sociodemografici a rischio più elevato di morte o malattia.     




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