E' stato colto da un infarto mentre era in una macelleria del quartiere San Tommaso. Se n'è andato così, all'improvviso, Lo storico maresciallo dei vigili urbani di Avellino, Luigi Tangredi. Sul
posto sono giunti i medici del 118 e i carabinieri, ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Tangredi era uno di quei vigili che faceva terrore ad automobilisti e pedoni. Intransigente tanto da guadagnarsi una promozione per meriti stradali. Nella sua lunga carriera ha strappato multe a raffica, a tutti, dai bambini ai poliziotti, passando per ogni specie di automobilista. Tanto che
ancora si ricorda una contestazione fatta a suon di raccolta di firme da parte di chi lo voleva chiuso in un ufficio ad occuparsi di altro. Ad Avellino la storia del maresciallo Tangredi è quasi una leggenda. Baffuto e inflessibile, ha inflitto contravvenzioni iad un ex sindaco, ad agenti della Digos, a un bambino che giocava a pallone in villa comunale (100 mila lire), a decine di mamme che per accompagnare i figli a scuola parcheggiano l'auto dove capita. Ma alla fine, però, tutti lo ricordano con affetto, a partire dal vicesindaco Stefano La Verde.
Il Sindaco Foti sulla morte del maresciallo Luigi Tangredi
La scomparsa di Luigi Tangredi, ex maresciallo dei vigili urbani, mi addolora profondamente. Il suo esempio, di uomo dedito alle istituzione e al Comune di Avellino, la sua inflessibilità e determinazione ad operare nell’interesse della collettività devono essere motivo di orgoglio per tutti gli avellinesi. Un uomo giusto, forse scomodo a qualcuno per il modo con cui conduceva la sua attività di vigile urbano, che non faceva sconti a nessuno, convinto che le leggi su cui si regola il “buon vivere” di una città vanno rispettate, soprattutto da chi amministra e quindi dovrebbe dare l’esempio. Per la comunità avellinese è una perdita dolorosa, attenuata, però, dalla consapevolezza che il maresciallo Tangredi continuerà ad essere presente nella nostra memoria collettiva.
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