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La gestione del ciclo dei rifiuti in Irpinia. Martedì dibattito a Confindustria con i 118 sindaci


confindustria

Ragionare su una corretta gestione del ciclo dei rifiuti in Irpinia. È questo l’intento del numero uno di Confindustria Avellino, Giuseppe Bruno, che si è reso promotore di un dibattito sul tema invitando i sindaci dei 118 comuni della provincia. L’appuntamento è per martedì 19 novembre, alle ore 15, nella sede dell’Unione degli Industriali in via Palatucci. La tavola rotonda vedrà la partecipazione del manager Chicco Testa, attualmente Amministratore Delegato e Presidente di Telit Communications, Presidente di Sorgenia, e già Presidente di Legambiente; sarà presente anche Mariateresa Imparato guida di Legambiente Campania; per l’ente regionale è atteso il Vicepresidente della Giunta della Regione Campania Fulvio Bonavitacola; il Presidente della Provincia di Avellino Domenico Biancardi e il Presidente dell’Ato Rifiuti Valentino Tropeano. «Spesso sull’argomento c’è un atteggiamento di chiusura, si teme che dietro l’angolo possa esserci il malaffare. A mio avviso – sostiene il Presidente di Confindustria Avellino – è necessario avviare in Irpinia un ragionamento su una gestione dei rifiuti più adatta al territorio, valutando le opportunità. Ad oggi manca l’impiantistica e sono regioni del Nord Italia, come il Veneto e il Friuli, ad accogliere ad esempio il nostro rifiuto umido. È utile sapere che si superano oltre 40mila tonnellate all’anno di umido trasferito ad una tariffa di circa 220 euro a tonnellata che però è soggetta a continui aumenti». Confindustria Avellino ha redatto uno studio per fotografare l’attuale ciclo dei rifiuti in provincia, sono emersi i costi e si è arrivati a formulare una proposta che sarà sottoposta all’attenzione dei sindaci e degli ospiti del convegno. «Abbiamo invitato a questo tavolo le istituzioni, un manager di comprovata esperienza come Testa, e i vari comitati ambientalisti proprio per ragionare in sinergia, per approfondire e non arroccarci su posizioni singole, ma arrivare – conclude Giuseppe Bruno – ad una sintesi condivisa».

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