Illuminato, lungimirante, galantuomo. Con Nicola Sarno se ne va un pezzo della storia d'Irpinia. In tanti ad Avellino, presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, per l'ultimo saluto all'imprenditore, patron della Calcestruzzi Irpini, azienda protagonista dello sviluppo economico di un'intera provincia, soprattutto negli anni del post terremoto.

Dalla produzione del calcestruzzo e dei bitumi, alla cava di Salza Irpina, Sarno finì anche nel mirino della criminalità organizzata, che voleva rapirlo. Nel triennio 2000-2003 mise la sua esperienza al servizio dell'associazione dei costruttori, guidando l'Ance di Avellino. Stimato dai colleghi, amato dai dipendenti, per tutti era 'Don Nicola', di cuore buono e animo nobile. Sarno, originario di Volturara, lascia due figli: Silvio, anche lui imprenditore successo, già presidente di Confindustria Avellino, e Valentina. Commosso il ricordo di Paolo Foti, ex direttore dell'Ance ed ex sindaco del capoluogo, legato a Sarno da profonda amicizia: «Ci lascia una persona perbene, di una generosità infinita, dalla signorilità d’altri tempi. Un imprenditore bravo, che ha avuto la capacità di accrescere un patrimonio già consolidato realizzato dal papà Silvio. Questo vuol dire che ha saputo operare, con intelligenza e lungimiranza».  

Ed è commosso il ricordo anche di un altro ex sindaco, Antonio Matarazzo, fondatore della Cosmopol, primo cittadino del capoluogo negli anni immediatamente successivi al terremoto. Come lui lo ricordano gli amici, gli imprenditori, i dipendenti, ma anche il mondo sindacale e politico. (Guarda il video)

(Foto di copertina tratta da Orticalab)