Ribelle, barricadiero, no global: lo hanno chiamato in tutti i modi. Dopo un periodo di silenzio, di ritiro nella sua parrocchia di Capocastello di Mercogliano, don Vitaliano della Sala rompe gli indugi e torna in piazza. Lo fa per schierarsi al fianco dei rifugiati che denunciano le condizioni di vita nei centri di accoglienza e l’assenza di prospettive per il futuro. Lo fa, soprattutto, per dire che l’accoglienza non può trasformarsi in business per le cooperative che si aggiudicano le gare.
Ma don Vitaliano, voce dissonante, striglia anche la chiesa. La sua chiesa, quella che potrebbe fare di più, che potrebbe aprire le porte e ospitare chi fugge da fame e guerre.
Commenta l'articolo