Non ci sono solo le grandi città a lottare contro smog e polveri sottili. Anche il capoluogo è alle prese con l'inquinamento. I dati dell'Arpac parlano chiaro, le centraline piazzate in città hanno superato i 35 sforamenti annui consentiti: 43 in via Oscar D'Agostino; 39 in via Piave. Non sono bastate dunque le targhe alterne, per tutta la settimana prima di Natale, a far calare i livelli di Pm10.  Si tratta di dati che dimostrano l'inutilità di provvedimenti presi in extremis sull'onda dell'emergenza. Servono quindi politiche strutturali da mettere in campo per tutto l'anno. E pare che il comune sia intenzionato a procedere in questa direzione. Lo spostamento del terminal dei Bus dalla centralissima Piazza Kenney al parco dell'autostazione, ad esempio, è un primo importante passo.

L'allarme sulle polveri sottili, e sui rischi per la salute, viene lanciato anche da un autorevole oncologo come Cesare Gridelli, direttore del dipartimento  di onco-ematologia dell'azienda ospedaliera Moscati. Dalle colonne del Mattino Gridelli sottolinea come il problema non possa essere sottovalutato visto che l'esposizione prolungata alle pm10 e alle pm2,5 può provocare gravi danni alla salute: cardiopatie, tumori ai polmoni, casi d'asma, trombosi, embolie, aritmie cardiache, infezioni delle vie respiratori. Tra il il 3 e il 5% dei tumori al polmone sono causati dall'esposizione alle polveri sottili.

Dunque tocca al comune mettere in campo provvedimenti come domeniche ecologiche, controlli delle caldaie, miglioramento dei trasporti pubblici, ma anche agli avellinesi di cambiare le proprie abitudini. L'auto, ad esempio, va utilizzata solo quando serve e non per piccoli spostamenti.