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Trivelle in Irpinia, summit in Regione: chiesta sospensione della delibera

“Trivellazioni in Alta Irpinia”: finalmente dopo mesi di silenzio, la Giunta Regionale della Campania comincia a muovere qualche passo. Si è, infatti svolta questo pomeriggio a Napoli presso l’Unità Operativa Dirigenziale “Ambientale”, l’audizione dei “portatori di interesse” delle aree interessate dal pozzo esplorativo “Gesualdo 1”.

Oltre al geologo Sabino Aquino e al prof. Alessio Valente, erano presenti il Comitato “No petrolio in Alta Irpinia”, rappresentanti di Legambiente, i sindaci dei comuni di Gesualdo, Montella, Torella dei Lombardi, Frigento, Taurasi, Ariano irpino, Teora, Fontanarosa, Flumeri, Montecalvo, Volturara, Castelbaronia, Chiusano S.D., San Mango s. C. e Lapio, per essere ascoltati sulle valutazioni tecniche in opposizione al progetto di trivellazione nei rispettivi territori.

Presente anche Mario Pagliaro, responsabile provinciale “Ambiente e Comunità” del Pd.

Venuto di proposito da Roma dove era impegnato nei lavori alla Camera, l’on. Luigi Famiglietti sindaco di Frigento, il quale ha ricordato come anche in sede parlamentare siano stati sollevati dubbi di carattere tecnico sulla liceità delle valutazioni alla base dei progetti di perforazione.

Assenti, invece, i sindaci di Nusco, Villanova del Battista e Castelvetere. Mancavano anche i rappresentanti della ditta concessionaria “Italmin exploration” e quelli delle Province di Avellino e Benevento. Erano stati, comunque, convocati solo i rappresentanti istituzionali dei comuni che in passato hanno presentato osservazioni in merito alle trivellazioni, ma la lamentela dei presenti è che la Giunta Regionale è stata superficiale nel convocare gli interessati.

Tutti gli intervenuti si sono mostrati contrari alla proposta di trivellazione, innanzitutto per la invadenza del territotio anche solo per perforazioni esplorative sulle falde acquifere che costituiscono tutte insieme il bacino imbrifero più importante in Italia, visto che dà acqua ad oltre 5 milioni di persone in tre regioni.

Inoltre, è stato sottolineato come il dato tecnico progettuale non possa non tenere conto della invasività sulle falde acquifere e dei problemi derivanti dai fanghi estratti anche solo nelle fasi esplorative che vanno considerati come rifiuti speciali e, dunque, veicolati con protocolli di sicurezza su un territorio non preparato a gestire un traffico veicolare pericoloso.

E’ stata poi evidenziata la totale estraneità di una economia petrolifera all’interno delle programmazioni regionali e comunitarie.

I tecnici intervenuti – il dottor Valente ed il geologo Aquino – hanno sottolineato come solo il mancato recepimento delle previsioni del Piano Territoriale Regionale e ambientale, nel progetto di ricerca, dovrebbe far considerare il progettto nullo.

La proposta dei primi cittadini è stata anche quella di invitare la giunta regionale della Campania a deliberare la sospensione, in via cautelativa per le possibili conseguenze sismiche, i progetti di ricerca petrolifera, così come avvenuto in Emilia Romagna.

In vista dell’incontro odierno, la Segreteria provinciale del Partito Democratico, in coerenza alle tante iniziative prodotte sui territori, in Regione, in Parlamento e con la Segreteria nazionale per dare seguito all’indicazione, maturata anche in Direzione provinciale,di netta contrarietà a progetti di sfruttamento del territorio non organici alle peculiarità storiche, sociali, culturali, ambientali e produttive dei territori e con impatti ambientali irreversibili, aveva avviato nei giorni scorsi, anche con i circoli PD territoriali,un’azione di coordinamento tra i propri sindaci convocati, con l’obiettivo di dare maggiore forza alla loro presenza in audizione.

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