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ADDIO SIBILIA/Successi, strafalcioni e qualche guaio giudiziario: una vita da protagonista

Nel video il ricordo di Giuseppe Saviano del Coni, Vincenzo Ercolino e dell'ex sindaco di Mercogliano Sandro Criscietiello

Avrebbe compiuto 94 anni tra una settimana. Il commendatore, come tutti lo chiamavano, si è spento questa mattina nella sua casa di Mercogliano. Sopra le righe, senza peli sulla lingua, Antonio Sibilia da presidente dell’Avellino calcio è stato protagonista di una stagione indimenticabile per gli amanti dello sport e dei colori biancoverdi. Ha guidato con pugno di ferro l’Uesse dal '70 al '75, poi dall’81 all’83, infine dal 95 al 2000. Il suo nome è legato alla serie A e a stagioni indimenticabili culminate con la salvezza dei lupi.
Sibilia era noto in tutta Italia per la forte inflessione dialettale, per la voce roca, per come trattativa i suoi calciatori, a partire dalla diffidenza verso i capelloni, chi portava orecchini e i tatuaggi.
L’aneddotica è ricca, il confine tra realtà e leggenda labile: come quando disse che voleva comprare quell’amalgama che mancava alla sua squadra. Il commendatore si è trovato anche al centro di alcune vicende giudiziarie. Quella più nota riguarda la sua detenzione con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso. Processo nato da presunti rapporti con Cutolo conclusosi con la piena assoluzione. Sibilia è stato spesso criticato anche per la gestione allegra delle finanze dell’Uesse Avellino. Ma il suo nome rimarrà nella storia soprattutto per i traguardi calcistici, per aver portato in Irpinia talenti del calibro di Tacconi, Juary, Barbadillo, De Napoli, Vignola. Per essere stato al timone di stagioni che riportano alla mente un mondo del calcio diverso da quello che conosciamo oggi. L’Irpinia dunque piange la scomparsa del commendatore. Numerosi i messaggi di cordoglio da parte delle istituzioni, sportive, ma anche politiche, visto il ruolo di senatore che ricopre il figlio Cosimo. I funerali si terranno domani alle 15 presso la chiesa di San Modestino a Mercogliano. Per l’Irpinia sarà l’occasione per rendere omaggio e saluto al commendatore, a qual presidente che in un certo senso incarnava allo stesso tempo pregi e difetti della sua terra, della sua gente.

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