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Alto Calore, l'affondo di Sel: dal Pd gestione fallimentare, così arrivano i privati

‘’Abbiamo il sospetto che il Pd e De Stefano lavorino per lo sfascio dell’Alto Calore e per favorire l’ingresso dei privati nel settore idrico’’. L’accusa  messa a verbale dai compagni di Sel  è di quelle pesanti e arriva a poche ora dal passaggio in assemblea dei soci del primo bilancio targato De Stefano.
Le anomalie sottolineate da Raffaele Aurisicchio sono tante: 5 milioni di euro in più di perdite, un debito totale che tocca quota 108 milioni. Schizzano sia i costi di gestione che quelli del personale, anche in assenza di nuove assunzioni. Privilegi e lauti compensi dei dirigenti non sono stati toccati, così come De Stefano aveva promesso. Secondo Aurisicchio con queste cifre il patrimonio netto scende al di sotto di un terzo del capitale sociale, in queste condizioni o si chiede ai sindaci di metterci nuovi soldi oppure si portano i libri in tribunale. Ed è proprio dietro la strategia fallimentare che Sinistra e Libertà intravede il rischio che Acs si troverà nell’impossibilità di ricevere l’affidamento del servizio idrico integrato, spalancando così le porte ai privati.
Dal canto suo De Stefano replica annunciando un’operazione verità sui conti e sottolineando il suo impegno per il mantenimento della gestione pubblica dell’acqua

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