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Ariano, Cusano chiede la testa del sindaco: ''Macché verifica, la maggioranza non c'è. Se non si dimette scendiamo in piazza''

Tiene banco ad Ariano la questione della verifica di maggioranza richiesta dal vicesindaco Pratola. Il Pd con Ninfadoro parla di assurdità in quanto non esiste la maggioranza. Più duro il Pdl con Cusano che intima il sindaco di dimettersi. Prende le distanze anche l’Udc. 

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L’appello lanciato dal vicesindaco di Ariano Irpino Crescenzo Pratola di fare una verifica di maggioranza per analizzare le diverse posizioni che consiglieri comunali e assessori hanno preso in campagna elettorale apre una serie di commenti tra le forze politiche. Il primo a prendere la parola è il consigliere Antonio Ninfadoro del Pd che dice: «Il problema fondamentale è che non esiste una maggioranza da qualche anno, quindi si commette un errore a monte quando si afferma che c’è la necessità di fare una verifica. I risultati delle elezioni parlano chiaro perché le candidature non hanno saputo sfondare né per effetto del localismo né per quello dell’appartenenza alla gestione della cosa pubblica.  Peggio ancora il dato per Ettore Zecchino in quanto consigliere regionale. Ma Ninfadoro fa anche autocritica: «Certamente non sono soddisfatto neanche del risultato del Pd, quindi c’è bisogno da subito di una discussione franca all’interno del partito per avviare una nuova fase. Questo perché ce lo ha imposto l’elettorato». Fortemente critico il Pdl che con Generoso Cusano intima il sindaco Mainiero alle dimissioni: «La maggioranza non deve fare una verifica, deve solo dimettersi ed in primis il primo cittadino perché questa squadra commissariata non è stata eletta dal popolo. Nessuno si meravigli che Santoro e Peluso, solo per citarne alcuni, si sono candidati per schieramenti diversi perché entrambi al momento delle elezioni amministrative non stavano con loro. Sono stati capaci solo di creare dissesto politico e amministrativo». Ed infine: «Se questa squadra commissariata non si dimette cominceremo ad organizzare manifestazioni pubbliche per mobilitare la gente». A prendere le distanze dagli ex rappresentanti dell’Udc passati nella lista Monti anche il consigliere dell’Udc Antonio della Croce: «Da quando siamo usciti dalla maggioranza il gruppo dell’Udc ha stabilito un rapporto diretto con l’elettorato concretizzatosi in una campagna elettorale fatta di contatti diretti. I voti riportati quindi sono il frutto del nostro impegno sul territorio». Infine Della Croce si chiede: «Dove sono i consensi in più che dovevano arrivare alla lista Monti?». La questione non passerà inosservata nel prossimo consiglio comunale. 

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