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Ariano, strutture nel degrado a Camporeale. Puopolo attacca: chi mi ha succeduto non ha fatto niente

Pip camporeale

«Il degrado era impressionante anche nel 2005, quando iniziai ad occuparmi di questa struttura». L’ex assessore allo sport della giunta Gambacorta, nonché l’ex presidente del consiglio comunale, GiovanniAntonio Puopolo, torna indietro nel tempo per far comprendere parte della storia di quei campetti sportivi, ora divenuti una stalla a cielo aperto e sotto scacco dei vandali. Puopolo precisa che anche allora la situazione era fatiscente, ma l’assessorato si impegnò a ripulire e a sistemare i diversi spazi. «Ci troviamo di fronte ad un’area dalle enormi potenzialità –  continua l’ex amministratore che illustra la scelta di dotare di erba sintetica i due campi da calcetto, gli altri due invece asfaltati adatti per il basket, la pallavolo o il tennis». Ma l’assessorato di Puopolo durò solo tre anni, dopo di ciò si interrompono le tracce di altri interventi. Anche se altri amministratori si sono succeduti, come Gianluca De Gruttola e l’ultimo in carica Carmine Peluso. Dalla sua, Giovanni Antonio Pupolo sottolinea un dato sopra tutti gli altri: quanto realizzato in quei tre anni e ciò che attualmente si vede. «Strutture come quella di Cardito, Cannelle e Renzulli, come le lasciai così sono ora». Per intenderci, Puopolo denuncia che “tutto è rimasto tale e quale”, nessun passo in avanti è stato fatto, anzi nel caso specifico di Camporeale anche qualcuno indietro. «Opere – incalza l’ex assessore - finanziate ma dopo che me ne andai non so cosa è accaduto. L’unica certezza è di aver messo l’anima in tutto quel che realizzai, anche attraverso amicizie personali. All’epoca, sebbene fossi un uomo di destra, riuscì ad interloquire e ad ottenere fondi dal Ministero diretto da Giovanna Melandri e molto ottenemmo anche dall’assessore regionale del Partito Democratico Enzo De Luca. Per lo stadio Renzulli  ci furono assegnati 180 mila euro mentre recuperammo vecchi fondi, pari 650 mila euro, da “Italia 90” che non essendo stati utilizzati la regione potrebbe anche averli restituiti». Il quadro tratteggiato da Puopolo evidenzia un progressivo decadimento che ha investito le opere pubbliche sportive in questi sei anni. Il suo incarico durò solo tre anni. Le dimissioni ci furono a seguito dello stadio Cannelle. «Fui frenato e decisi di uscir fuori dall’esecutivo. In pochi anni – conclude – ho fatto ciò che ritenevo giusto, senza alcun miracolo, puntando esclusivamente sulla realizzazione di strutture sportive a beneficio dei giovani della città».

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