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Carro di Mirabella, risolto ''il giallo'' della denuncia anonima

Ha infuocato l’estate eclanese la polemica nata dal sequestro del cantiere per l’allestimento del carro, in seguito ad una denuncia anonima. Quella denuncia ha oggi nomi e cognomi, era una provocazione nei confronti degli amministratori inadempienti.

Sta per tappezzare le mura di Mirabella Eclano un manifesto che riaccende i riflettori sul giallo della denuncia anonima sul carro di Mirabella Eclano, denuncia che aveva messo a rischio la tirata dello stesso  che avviene da decenni il terzo sabato di settembre. Il mistero dell’estate mirabellana, sembra così  trovare una spiegazione. Il sequestro del cantiere da parte dei carabinieri aveva scatenato dure polemiche, ma soprattutto aveva creato una atmosfera di caccia agli untori in cui tutti sospettavano di tutti. L’obelisco in paglia ha poi compiuto il suo percorso, questo lo sappiamo, il cantiere era stato dissequestrato, i carristi, coordinati dal direttore dei lavori Giotto Faugno, avevano completato in tempo l’allestimento del carro. Ma oggi la polemica riesplode. I carristi, nel mese di novembre, hanno inviato al sindaco Capone e all’amministrazione di Mirabella una richiesta ufficiale di garanzie sulla messa in sicurezza dell’area di montaggio del carro con tanto di stipula di assicurazioni del personale. Insomma le stesse rivendicazioni della scorsa estate rimaste inevase. L’ennesimo silenzio degli amministratori ha dunque  portato, paradossalmente alla soluzione del giallo del Carro; ha portato in sostanza al mea culpa  dei responsabili della denuncia  ma soprattutto a  rendere pubbliche le motivazioni di questa protesta, l’assenza di regolarità sul cantiere e di garanzie che l’amministrazione era ed è tenuta ad assicurare. Il silenzio di Capone, l’assenza di risposte induce ora i carristi a rendere pubblico  il documento in cui si annuncia anche l’intenzione, in caso di persistente silenzio, di  non rendersi più disponibili al montaggio e smontaggio dell’opera d’arte, icona dell’identità di un’intera comunità. “Decisione sofferta”, si legge nel manifesto, “ma necessaria per la salvaguardia  della nostra grande tradizione”.

La smentita dei ''Carristi'' (clicca qui)

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