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Cda Amu, ecco il fronte degli scontenti

Non mancano polemiche e rivendicazioni all'interno della maggioranza che sostiene Mainiero

Antonio Mainiero (Antonio Mainiero, sindaco di Ariano)

Formato il nuovo Cda dell’Amu non mancano i risvolti politici sulla vicenda tra chi ora comincia a recriminare maggiore visibilità e chi forse consapevole di aver avuto la giusta rappresentanza negli enti butta acqua sul fuoco. A inghiottire un boccone amaro è sicuramente il consigliere comunale, Alessandro Scaperrotta, rappresentante del Nuovo Psi, che annuncia novità sostanziali a partire dai prossimi giorni a causa di una serie di situazioni politiche messe in campo. È per l’appunto in casa dei socialisti che si avvertono i maggiori malumori per la nomina della quota rosa. Non sarà tanto il nome, ma il metodo applicato. Il segretario nonché assessore Carmine Peluso infatto chiarisce: «La nomina di un membro del consiglio di amministrazione viene sempre proposta dalla struttura del partito di cui sono segretario, ma a parte questo ho cercato condivisione con la base del gruppo sull’avvocato Vinciguerra che è una professionista di tutto rispetto. Aspettiamo cosa succede perché so di scontenti, e poi ne prendo atto. Non è escluso secondo voci di Palazzo che Scaperrota possa lasciare il gruppo. Maggiore moderazione invece nell’area dissidente dell’Udc dove il vicesindaco Crecsenzo Pratola pur mostrando condivisione per quanto fatto non nasconde qualche perplessità. Ed afferma infatti: ci auguriamo che la maggioranza comprenda la nostra disponibilità, e i sacrifici che stiamo facendo da molto tempo per gli equilibri. Però a questo punto penso sia giusto rivedere il cda dell’Ato e ridistribuire qualche delega non affidata che al momento è nelle mani del sindaco. Salvatore Giuliani di Noi Sud condivide in linea di massima la scelta presa per l’Amu perché c’era il vincolo della quota rosa. In maggioranza chi gongola certamente è il gruppo di Liberi e Forti che hanno avuto la rappresentanza del presidente Vincemzo Cavalli e il gruppo della Dc nel nome dell’avvocato Antonio Ferrante. Molto critica l’opposizione che parla di fragile equilibrio politico della maggioranza fondata su un solo voto di scarto. Secondo Enzo Caso della Federazione del Pdl quanto successo dimostra come ci sia immobilismo sotto più aspetti perché la composizione del cda è arrivata a distanza di svariato tempo rallentando l’attività amministrativa. Per Caso la soluzione adottata non è volta al risparmio dei costi di gestione perché la proposta dell’amministratore unico del nostro gruppo è stata bocciata a pieno per garantire rappresentanza di potere dei partiti. Di lottizzazione politica parla il consigliere socialista Giovanni La Vita. Le nomine effettuate scavano il solco della instabilità nella maggioranza e saranno motivo di contrasto verso il sindaco.  Perentorio infine La Vita:  «La maggioranza è al capolinea». 

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