Una stentata sufficienza quella rimediata dalla città di Avellino nel dossier di Legambiente “Ecosistema urbano 2013” presentato a Bologna. Il capoluogo irpino nella classifica generale, si piazza all’87° posto. Tra le città piccole con meno di 80 mila abitanti, è al 28° gradino su 45 totali. Lo studio di Legambiente analizza la situazione dei capoluoghi di provincia, basandosi su determinate aree di riferimento: energia, rifiuti, acqua, aria, mobilità e ambiente. La classifica tiene conto insomma, della percentuale di inquinamento, del tasso di motorizzazione e di incidenti, delle aree verdi a disposizione dei cittadini, della diffusione di fonti alternative. Scarsa la “eco-performance” di Avellino che non risponde sui dati della qualità dell’aria: è stata infatti inserita tra le città peggiori anche se come per lo scorso anno, la concentrazione delle polveri sottili e del biossido di azoto non risulta disponibile. Alta la dispersione d’acqua della rete con una perdita pari al 55%. Si spreca abbastanza. Nessuno scatto in avanti per le isole pedonali. Avellino è stata bocciata anche sulla piste ciclabili: nessun metro quadro equivalente ogni 100 abitanti. Sono poche le aree verdi: 217 su una media di 1.200. Ma i dati positivi non mancano: la percentuale di raccolta differenziata sale e raggiunge il 55,2%. Il capoluogo irpino ha un’eccellente capacità di depurazione: ha raggiunto il 100%. La media delle città piccole in tale settore è del 90%. Benevento si ferma al 21. Fa poi ben sperare la bassa incidentalità stradale. Il dossier presentato da Legambiente, è una sorta di "termometro" della sostenibilità. La "qualità ambientale" di Avellino non è certo tra le migliori ma ci sono molteplici fattori non sempre misurabili, come l'aspetto degli edifici o il clima. Nel resto della Campania, Napoli arranca, Salerno fa qualche lieve passo in avanti e Benevento scende insieme ad Avellino e Caserta.
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