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Il virus, la zona rossa, le vittime: 127 giorni da incubo. Ariano è provata, ma più forte di prima

Un incubo durato 127 giorni e da cui solo oggi Ariano si risveglia. È guarito l’ultimo contagiato da coronavirus del Tricolle. Ci sono voluti più di 4 mesi ma alla fine la città ha vinto la sua battaglia più dura, quella contro un nemico invisibile.

Era il 5 marzo quando due accessi al pronto soccorso del Frangipane fecero scattare l’allarme e, per 10 giorni, la chiusura del reparto. I tamponi del giorno dopo confermarono ciò che più si temeva: il virus era arrivato.In 10 giorni i casi divennero più di 20 e si moltiplicò il numero delle persone in isolamento. Fu l’inizio della zona rossa dichiarata dalla Regione. Un cordone di forze dell’ordine a presidiare le entrate e le uscite, un’intera città in quarantena, sigillata, mentre dentro continuava a consumarsi il dramma: crescevano i nuovi casi così come le vittime. 

Ad inizio aprile poi un’altra triste notizia: la scoperta di un nuovo focolaio al Centro Minerva, che allora accoglieva 62 pazienti, tutti anziani. I tamponi a tappeto rivelarono che oltre 30 persone avevano contratto il Covid. I degenti vennero così trasferiti al Frangipane, dove da un mese ormai si lavorava senza sosta tra le corsie del neonato reparto Covid, aperto anche grazie alle donazioni spontanee arrivate da privati, enti e associazioni. Ma l’uscita dal tunnel era ancora lontana. Il numero dei morti continuò a salire in tutta Irpinia e fu Ariano a pagare il prezzo più alto. Tra le vittime persone stimate e conosciute come Don Antonio Di Stasio, Suor Emilia Scaperrotta, l’imprenditore Franco Lo Conte, Vincenzo Gambacorta, di soli 44anni.

Il 23 aprile un primo parziale ritorno alla normalità con la revoca della zona rossa, dopo un mese e mezzo di isolamento che ha scosso ma al contempo rafforzato lo spirito degli arianesi. A quel punto la città fu chiamata ad un ultimo sforzo: test sierologici a tappeto su tutta la popolazione. In 13mila risposero all’appello recandosi ordinatamente ai seggi per lo screening di massa voluto dalla Regione. Risultato: 63 positivi, l’ultima fiammata del virus. Restavano da onorare le vittime, sepolte senza esequie. Ed è ancora viva la commozione per la solenne messa officiata dal Vescovo Melillo in un’arena Mennea gremita di familiari, rappresentanti delle istituzioni e cittadini. 46 palloncini verdi vennero liberati, uno per ogni vita che il coronavirus si è portato via nella Diocesi Ariano-Lacedonia, di cui 30 arianesi. Da oggi è ufficiale: il maledetto virus è stato sconfitto. Si spera per sempre.

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