Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Canale 58Canale 58

Comuni

Ospedale di Ariano, ecco il documento del Consiglio ''contro il ridimensionamento''/Video

Pubblichiamo di seguito il documento integrale dal titolo "contro ogni  ipotesi di ridimensionamento dell'ospedale di Ariano Irpino e dei servizi sanitari territoriali del comprensorio”, approvato in consiglio comunale all'unanimità e proposto dal consigliere Carmine Grasso insieme al contributo di associazioni e dell'amministrazione:
''Il Consiglio Comunale di Ariano Irpino, facendosi interprete dei bisogni di salute e benessere, nonché facendosi portavoce del diffuso e profondo malcontento della nostra popolazione e di quella delle comunità limitrofe della valle dell’Ufita della valle del Cervaro nonché  di tutto il territorio della ex ASL AV1 per la situazione socio-sanitaria , in particolare con riferimento al buon funzionamento del Presidio Ospedaliero Sant’Ottone , esprime - pur nella consapevolezza del momento economico critico  che  ha portato il Governo centrale ad adottare la cd. spending review - la ferma volontà di opporsi a qualsiasi ipotesi di ridimensionamento dei servizi socio-sanitari. 
Per un territorio come il nostro, intorno al quale gravitano le necessità e i bisogni non solo degli abitanti del nostro Comune, ma anche della maggior parte della cittadinanza e dell’utenza che compone la zona denominata  – senza contare il dato numericamente rilevante dovuto alle presenze nella stagione estiva – non è pensabile un ulteriore ridimensionamento del Presidio Ospedaliero, che vada ad aggiungersi a quello già effettuato fino a questo momento.
Nel recente e recentissimo passato sono state effettuate delle scelte che hanno penalizzato queste Comunità. Solo per citare alcuni esempi,  basti pensare alla soppressione del tribunale di Ariano Irpino, della dirigenza del Genio Civile  e,  per rimanere nel campo sanitario,  la soppressione (perchè di quello si tratta) della ex-ASL AV1 a favore della ex ASL AV2 , la soppressione del reparto di Chirurgia d’Urgenza, del reparto di neuropsichiatria infantile,  della neonatologia, la  del servizio di oculistica, di otorinolaringoiatria e della anatomia patologica.
A cio’ va aggiunto il trasferimento della SPDC da Bisaccia a Solofra contravvenendo a quanto previsto dal PSR e dal decreto 49 del Commissario ad Acta che ne prevede l’allocazione nell’Ospedale di Ariano. 
Ancora piu’ grave appare   la riduzione del personale sanitario e medico per pensionamenti e trasferimenti tanto che, ed è di dominio comune,  si riesce a garantire la continuità assistenziale solo con il ricorso a straordinario ed a convenzionamenti ma, senza ombra di dubbio, con tanti sacrifici personali di tanti dipendenti. Senza contare la diminuzione delle risorse finanziarie dedicate alla struttura ospedaliera e territoriale con mancato aggiornamento delle attrezzature     e la soppressione di alcune convenzioni come quella della Cardiologia con l’Ospedale Moscati per l’emodinamica cardiologica e quella con la Neurochirurgia della stessa Azienda. Per tornare alla convenzione per neurochirurgia la cardiologia bisogna dire che i fondi (350.000 euri anno) necessari per la stessa saranno comunque traferiti dalla Regione o dalla ASL stessa al Moscati per il trattamento dei nostri pazienti senza calcolare i  gravi disagi per i pazienti ed i rischi aumentati legati alle lungaggini delle procedure. Non dimentichiamo che nel frattempo il territorio della ex ASL AV1 ha subito la soppressione        di tutti i reparti dell’Ospedale di Bisaccia e di alcuni dell’Ospedale Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi e di numerosi Distretti Sanitari e punti STIE e SAUT sul territorio. Questo depotenziamento effettivo della rete assistenziale sui nostri territori, che è avvenuto in maniera costante e spesso sotto traccia, ha portato di fatto fra l’altro alla riduzione della capacità dell’Ospedale Sant’Ottone Frangipane di fornire una risposta adeguata alla domanda del territorio e ad un sensibile e preoccupante incremento delle disuguaglianze tra cittadini della stessa Provincia per quanto riguarda il loro diritto alla salute. Tutto questo conduce, in nome di una presunta razionalizzazione della spesa o della sicurezza sanitaria, inevitabilmente a un numero di prestazioni quantitativamente – ma non certo qualitativamente – insufficiente, con il quale si giustificano poi scelte di programmazione socio-sanitarie che, come già detto, ledono il sacrosanto e legittimo diritto alla salute del cittadino, costituzionalmente sancito. Cittadine e cittadini che, loro malgrado e con sacrificio economico, per necessità potrebbe rivolgersi a strutture sanitarie private, anche fuori Regione, per ottenere prestazioni e risposte che la struttura pubblica non è più in grado di fornire tempestivamente; e questo come è evidente aumenta la mobilità e peggiora l’assistenza per i piu deboli. É forse necessaria una revisione critica e un ripensamento del modello “aziendale”, anche in termini culturali. L’azienda viene intesa in termini generali come una struttura operativa che produce Profitto, ma in Sanità, il profitto non è economicamente quantificabile, se non in termini di produzione di salute, benessere e assistenza nelle sue varie forme al cittadino e che quindi si riflette sulla qualità di vita di ciascuno di noi. Il concetto di azienda ha il suo senso nell’eliminazione degli sprechi delle risorse ottimizzando le stesse per soddisfare le necessità degli utenti, garantendo un livello di qualità di prestazioni adeguato, che invece spesso non si riscontra quando si procede alla esternalizzazione di servizi che una attenta amministrazione potrebbe effettuare con risorse interne spesso condannate alla inoperosità.  
Lo Stato deve garantire, attraverso le regioni, la Sanità tramite la fiscalità generale, così come previsto dalla nostra Carta Costituzionale, ma con scelte economiche appropriate e non perseverando con questa politica di tagli  indiscriminati e diseguali per i cittadini della stessa provincia o addirittura ASL. La gestione delle risorse, delle strutture sanitarie pubbliche e convenzionate, il volontariato e il terzo settore, devono tenere conto dei bisogni dei cittadini e non devono essere né sottostimate né sovrastimate, ma razionalmente organizzate, determinando la parità di trattamento per tutte le popolazioni interessate. Nel nostro ambito, l’Ospedale Sant’Ottone Frangipane, ha la vocazione di una struttura intermedia tra territorio e ospedale provinciale ed il Commissario ad Acta nel decreto 49 del 2010  lo ha qualificato di II livello dell’emergenza,  e cio’ ha un significato e delle attribuzioni ben precise  per cui devono confluire le risorse adeguate per razionalizzare effettivamente le risposte ai bisogni di tutta la popolazione; all’interno del nosocomio   occorre programmare la presenza in forma singola o di equipe degli specialisti che garantiscano adeguati livelli assistenziali per tutte le specialità previste dal decreto 49 del 27/09/2010 per la struttura ospedaliera, per dare una più ampia gamma di risposta ai  cittadini. Sul territorio bisogna  intensificare la rete assistenziale e la rete  dell’urgenza-emergenza attraverso una razionalizzazione che non puo’ prescindere dalla conoscenza dei bisogni  dei cittadini, del territorio, e non tener conto delle difficoltà del territorio montano e quindi non può prescindere dal coinvolgimento degli amministratori locali. L’ occasione perché cio’ si possa realizzare ci viene data dal decreto 135 del 10/10/2012 che come sapete è l’atto di indirizzo per l’ adozione dell’Atto Aziendale da parte delle Aziende Sanitarie della Campania.  E’ superfluo ma voglio ricordarlo: l’ Atto aziendale disegna l’organizzazione e le articolazioni di governo dell’Azienda sanitaria e i suoi rapporti con gli Enti Locali, la Regione, le rappresentanze dei cittadini.   L’assetto organizzativo e di funzionamento dell’Asl è finalizzato alla promozione, mantenimento e miglioramento dello stato di salute, come diritto fondamentale della persona ed interesse della collettività, assicurando l’accesso all’intera gamma di tipologie dell’assistenza, servizi e prestazioni compresi nei livelli essenziali di assistenza,  definiti dalla programmazione regionale e locale, in un’ottica di miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati, in particolare tale assetto deve favorire l’accessibilità ai servizi per i cittadini, l’equità nella erogazione di prestazioni appropriate al bisogno ed ispirate all’umanizzazione; la semplificazione burocratica dell’accesso ai servizi stessi; la trasparenza delle azioni e delle attività dell’Azienda. L’assetto organizzativo deve inoltre favorire la partecipazione delle istituzioni locali, attraverso la Conferenza sanitaria territoriale ed il Comitato di Distretto, la consultazione con le associazioni degli utenti e i rapporti con le rappresentanze sociali e sindacali presenti sul territorio. Come ci renderemo conto l’adozione dell’Atto Aziendale è un momento fondamentale per definire quella che saranno i livelli quali-quantitativi dell’assistenza nel prossimo futuro sul nostro territorio per cui vogliamo invitare il Direttore Generale della ASL a: 1) avviare celermente una consultazione con gli amministratori locali e con le associazioni e le rappresentanze sociali in modo da recepire le istanze di chi conosce il territorio ed i reali bisogni di salute dei cittadini; 2) provvedere alla nomina,  come previsto per legge,  di un Direttore Sanitario ed un Direttore; 3) non perdere di vista il Piano Sanitario Regionale in vigore ed il decreto 49/2010  del Commissario ad Acta. 
I bisogni devono trovare risposte nella migliore organizzazione “zonale” o “provinciale”, con strutture che, sia come collocazione, sia come servizi offerti, tengano conto del bacino di utenza complessivo e riducano quindi  i costi sociali (distanze, liste di attesa, problemi relativi al trasporto e di accesso alle prestazioni socio-sanitarie) per il maggior numero di cittadini dell’area interessata, senza privilegi che comportino sprechi di risorse o opportunità eccessivamente diversificate.
Il Consiglio Comunale richiede inoltre che sia dato effettivo seguito e potenziamento dell’Ospedale Sant’Ottone Frangipane come previsto per legge attraverso nuove assunzioni e trasferimenti di personale da altri ospedali o distretti della ASL stessa.  Considerando le caratteristiche del nostro territorio, anche in termini di caratteristiche anagrafiche dei nostri cittadini, e le caratteristiche geografiche del nostro territorio riteniamo che sia indispensabile il potenziamento di tutti i servizi di assistenza domiciliare, e che la rete dell’urgenza degli STIE e dei, come minimo, non sia depotenziata.
 In questo contesto è l’innovazione, è il supermento di vecchie logiche organizzative e l’uso della tecnologia che possono aiutarci a immaginare e programmare nuove realtà. È oggi possibile pensare a una cabina di regia dei comuni per un’organizzazione dei servizi socio-sanitari che attraverso una organizzazione adeguata sia quotidianamente a conoscenza della risorse disponibili, nessuno escluso (ASL, Comuni, Terzo Settore e Volontariato), e che utilizzi razionalmente ed efficacemente per rispondere alle esigenze del territorio. Invitiamo il D.G. Ing.  Florio  ed il Presidente della  Regione Campania Caldoro  a tenere in considerazione gli indirizzi socio-sanitari indicati dal Consiglio Comunale di Ariano Irpino nella pienezza dei suoi poteri di indirizzo e controllo e chiediamo quindi che vengano valutate le tematiche e le problematiche fin qui sollevate e richiamate dichiarandoci disponibili a ogni confronto che possa essere costruttivo e risolutivo per la salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini di questo territorio.
In conclusione,  all’unanimità tutte le componenti politiche  del Consiglio Comunale hanno deliberato: “Di opporre la ferma contrarietà ad ingiustificate ipotesi di ridimensionamento dell’offerta assistenziale del Presidio ospedaliero di Ariano Irpino; di rappresentare alla Regione Campania  il profondo disagio di tutta la Comunità e degli Operatori sanitari per scelte che non conformi alle stesse disposizioni regionali, creano marcati squilibri assistenziali e pongono a serio repentaglio la salute dei pazienti e la sicurezza e la tutela degli operatori; di impegnare tutte le forze politiche a mantenere uno stato di allerta e di adoperarsi a diversi livelli politici ed istituzionali a tutela di un diritto fondamentale oltre che costituzionalmente rilevante.”
N:B: Il documento va inviato ai sindaci del comprensorio ex ASL AV1 per l’adozione nei rispettivi Consigli Comunali''.
Nel video in basso la cronaca del Consiglio Comunale straordinario di mercoledì scorso

Commenta l'articolo

Copyright © Mediainvest srl - Tutti i diritti riservati - Web Agency: Progetti Creativi
La riproduzione di tutto o parte del contenuto di questo sito è punibile ai sensi delle leggi vigenti
Privacy Policy