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Soppressione Tribunali, ad Ariano continua la protesta

Il Tribunale di Ariano Irpino

Cominciano a susseguirsi gli incontri predisposti dal nuovo comitato costituitosi da pochi giorni e che intende portare avanti il grido di rabbia degli avvocati arianesi, di fronte alla decisione scellerata del governo centrale di cancellare definitivamente il foro arianese che ha in attivo un lavoro giudiziario di anni e anni. I tentativi di far rivedere le posizioni del ministro Paola Severino, da parte dei professionisti della cittadella giudiziaria, sono tanti e costanti. La presenza accanto agli avvocati del primo cittadino, Antonio Mainiero rafforza le ragioni di protesta ed è per questo che è stato indetto per lunedì 13 alle 17 un incontro a cui sono stati invitati i parlamentari, i consiglieri regionali e provinciali, i sindacalisti i politici che ci rappresentano a livello nazionale e ovviamente i cittadini che del problema si devono sentire investiti. Dunque, non si demorde e si va avanti con la protesta, il presidio permanente che esiste all’interno del palazzo di giustizia ne è la riprova. L’obiettivo resta sempre lo stesso quello di evitare che il presidio di giustizia e legalità presente sul territorio venga soppresso evitando di accorparlo a Benevento riducendo il territorio ad essere preda della malavita organizzata in agguato e proveniente dal casertano e dal foggiano. Ma come dimostrare queste ragioni? Il presidente  dell’ordine forense arianese, Carmine Monaco, il rappresentante dell’organismo unitario degli avvocati, Marcello Luparella , il sindaco Mainiero si muovono tra Ariano e Roma continuamente per tenere sotto controllo la situazione e per portare, carte alla mano, la documentazione che dimostra l’inutilità della decisione della Severino che non va a rimpinguare le casse dello Stato con la soppressione di 37 Tribunali minori ridotti a 27 salvandone alcuni che non sarebbero utili tanto quanto Ariano Irpino. Insomma la mobilitazione è tutta degli avvocati che non intendono farsi scippare il foro ma restano consapevoli di portare avanti una battaglia senza inasprire assolutamente gli animi ma cercando un dialogo fattivo e direttamente con le istituzioni.

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