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Tribunale di Ariano, Monaco ci ripensa: ecco la terza lista

In una lettera il presidente uscente scioglie la riserva

Tribunale

A sorpresa spunta la terza lista capeggiata dall’uscente presidente Carmine Monaco che in una lunga lettera spiega le ragioni e i motivi che lo hanno fatto tentennare fino all’ultimo momento.  Monaco ha subito chiarito che il non presentare subito la sua candidatura non è stata per mancanza di coerenza di un impegno politico-forense o perché non vi fosse consenso attorno alla figura del presidente. Le ragioni sono altre e si adducono ad un biennio di lavoro faticoso per gli strappi e prese di posizioni sganciate dai problemi generali dell’avvocatura ma legati alla gestione interna del Consiglio dell’Ordine che più volte ha scoraggiato Monaco tentato a rinunciare ad un impegno di lavoro che assorbe, turba e comporta vere responsabilità morali. Nella lunga missiva indirizzata agli avvocati del foro di Ariano, Monaco continua e dice testualmente: “ La paura principale è stata quella di essere additato come la causa di una divisione della classe forense perché la candidatura a presidente avrebbe condizionato le pur legittime aspirazioni di altri candidati.”  “Con imbarazzo-continua Monaco nella missiva- sono stati riportati i motivi della decisione ai colleghi dell’avvocatura esterna i quali sottolineando la qualità dell’impegno profuso, non si spiegavano come mai non ci si preoccupava del rischiodi interrompere una continuità di lavoro in un momento delicato per le sorti del Tribunale di Ariano”. Ma il presidente Monaco ha immaginato di sottrarsi alla competizione, perché se fossero stati veri i motivi sopra elencati, bisognava sacrificarsi e mettersi da parte per contribuire all’unità della classe forense. Un’unità che non poteva essere raggiunta se una parte dei componenti dell’ordine forense si ricandidava, senza pensare di rinunciare con atto di umiltà così come aveva fatto il presidente uscente. Ora per Carmine Monaco, i pettegolezzi e le critiche lasciano il tempo che trovano, soprattutto in ordine all’opportunità di una unica lista di candidati, bisogna concentrarsi sui programmi da realizzare a vantaggio della classe forense tutta  e a difendere l’istituzione Tribunale con un grande senso di responsabilità.

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