Cinque dipendenti comunali erano stati a contatto con l’amianto per tre anni in quei container impiantati a Zungoli dopo il terremoto degli anni ’80, riportando un grave carcinoma gastrointestinale che in alcuni casi ha provocato anche la morte. E così le famiglie nel 2003 hanno pensato di aprire una causa contro l’amministrazione comunale di Zungoli conclusasi con l’emissione di una sentenza da parte del Tribunale di Ariano che ha accertato il nesso tra esposizione all’amianto e malattia. Ad emettere la sentenza il giudice Ianniciello della sezione del lavoro che ha stabilito un risarcimento a danno differenziale, in via di quantificazione, per le persone affette dalle patologie causate dall’amianto killer. I fatti risalgono agli anni del terremoto, quando nel piccolo paese ufitano furono installati quattro container per ospitare gli uffici del comune, inagibile per i danni riportati. Quella fibra maledetta, contenuta nell’eternit, ha fatto i suoi danni lentamente. Tre famiglie, dopo il riscontro della malattia, hanno deciso così di avviare una causa contro la pubblica amministrazione affidandosi agli avvocati Marika Grande e Raffaella Manduzio. Un processo lungo fatto di sopralluoghi e valutazione di esperti tra cui quello dell’ingegnere Lomonte dell’Università “Federico II” di Napoli e del medico legale Lepore della Procura di Caserta. Il comune di Zungoli durante il processo, costituitosi parte civile, ha tirato in causa la Protezione civile, accusata di aver fornito i container, cercando una chiara estromissione dalla vicenda. Il giudice nel corso del procedimento ha escluso possibili competenze della Protezione civile, facendo ricadere la questione sull’amministrazione. Da qui la sentenza di primo grado emessa dal giudice Iannniciello che prevede il risarcimento legato ai danni biologi che sarà quantificato con la pubblicazione del dispositivo. Una sentenza giusta secondo l’avvocato Marika Grande su una triste vicenda che potrebbe avere uno strascico civile. Il sindaco di Zungoli Armando Zevola in attesa di leggere ufficialmente la sentenza non si esprime sul prosieguo dell’azione legale. Nel caso in cui il comune dovrà ottemperare ad una sentenza esecutiva sarà costretto ad aumentare la pressione fiscale. Intanto gli atti vengono trasferiti dal Tribunale del Lavoro alla Procura.
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