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Cronaca

"Dolce vita", dal pc di Festa ai concorsi: i dettagli dell'inchiesta

E’ il 5 marzo quando il sindaco prova a smontare un pezzo di hardware dal case del suo computer di Palazzo di Città. Ci prova, ma non ci riesce, così mette il Pc in una scatola e lo carica sulla macchina per poi affidarlo ad una persona non ancora identificata. A riprendere la scena ci sono le telecamere della Procura piazzate all’interno dell’ufficio del primo cittadino. Le immagini sono finite su tutti i tg nazionali e sono diventate un po’ il simbolo dell’operazione che ieri all’alba ha portato all’arresto dell’ex sindaco Festa, che così avrebbe, secondo la procura, voluto sviare e depistare le indagini in corso già da settimane. L’allora sindaco avrebbe anche incaricato personale specializzato di bonificare da eventuali microspie il suo ufficio.
Oltre al sindaco, ai domiciliari sono finiti anche un’ex dirigente comunale, Filomena Smiraglia e l’architetto Fabio Guerriero, fratello dell’ex consigliere comunale e provinciale Diego Guerriero. Indagata anche la vicesindaca Laura Nargi, la cui abitazione è stata perquisita.Diversi i reati ipotizzati nell’inchiesta ribattezzata dagli inquirenti Dolce Vita: tra questi, a vario titolo, tentata induzione indebita, corruzione per l’esercizio della funzione, rivelazione di segreto d’ufficio aggravata, falso in atto pubblico, peculato, depistaggio. Come diverse sono le vicende all’attenzione della magistratura.

C’è innanzitutto il capitolo delle sponsorizzazioni richieste dal sindaco, presumibilmente in cambio di favori, per manifestazioni come ad esempio Eurocholoate. Ci sono poi i concorsi pubblici per vigili urbani e funzionari. Dall’ordinanza emerge che alcuni candidati erano già in possesso delle domande e che il sindaco sarebbe stato parte attiva nel pilotare le procedure.Una serie di fatti che messi in fila hanno portato gli inquirenti ad ipotizzare un sistema illecito con al vertice il primo cittadino, dominus assoluto della macchina amministrativa.


Mentre le indagini, articolate e complesse, continuano, l’avvocato difensore di Festa, Luigi Petrillo lamenta che il suo assistito fino ad ora non è mai stato ascoltato e che dai fatti contestati emerge che Festa non ha avuto alcuno beneficio economico: "Se l'indagato fosse stato convocato come da lui richiesto - dice il legale - molto probabilmente non vi sarebbe stato alcuna necessità della misura cautelare”.

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