Non è chiaro cosa sia accaduto in quel laboratorio di contrada Tremolito, nei campi di Gesualdo, poco distante da Villamaina e Fontanarosa. Forse una reazione chimica delle diverse polveri conservate nel capanno di pochi metri quadrati, forse una manipolazione non corretta delle sostanze, insomma artificieri e scientifica sono a lavoro per individuare le cause dell’esplosione che ha determinato la morte del fuochista di Gesualdo. Michele D’Adamo non solo era apprezzato in paese, ma nell’intero circondario per aver saputo creare fuochi pirotecnici per le tante feste estive nei cieli dell’Irpinia, ricevendo premi, tra cui quello per il Festone di Grottaminarda, e attestazioni di stima. Una vita dedicata a quest’attività, tanti anni di esperienza che hanno fatto appassionare anche una delle figlie, ventiquattro anni, una delle poche donne ad aver seguito un corso di formazione ottenendo la licenza, come il padre, per il mestiere di “fochino pirotecnico” con il relativo certificato d’idoneità. Un lavoro che ha norme specifiche e stringenti e per il quale i due componenti della famiglia d’Adamo hanno dedicato tempo ed energie. E che a Michele è costata la vita. Ieri pare fosse arrivato al deposito con tanti materiali. Non si può escludere che lo scoppio si è verificato nel momento in cui l’uomo si è affacciato all’interno e, andando ad accendere l’interruttore della luce, si è innescata la deflagrazione scagliandolo a metri di distanza. Un corpo non dilaniato ma privo di vita. Probabilmente già domani si procederà alla perizia necroscopica. Il sostituto procuratore Paola Galdo ha incaricato il medico legale Lamberto Pianese ad effettuare gli esami autoptici che saranno utili a definire la sequenza esatta delle azioni di D’Adamo e le cause del decesso. In contemporanea si dovrà approfondire necessariamente la parte amministrativa. Il Procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, ha voluto recarsi sul luogo della tragedia a pochissime ore di distanza, coordinando le prime attività delle forze dell’ordine e aprendo ufficialmente un’inchiesta. Il sindaco di Gesualdo Pesiri si è detto subito disponibile ad avviare una serie di verifiche sulla documentazione a disposizione dell’amministrazione comunale. Ma c’è anche il lato umano, il dovere di stringersi attorno a questa famiglia e sostenerla nel dramma.
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