È stato condannato a 16 anni di reclusione – con rito abbreviato – Alessandro Palermiti, il 53enne di Montaguto, accusato di aver ammazzato a coltellate Halili Tahi, l’amante della moglie, il 14 gennaio del 2016. In quella fredda sera d’inverno davanti ad un agriturismo dell’area industriale di Ariano Irpino in località Camporeale fu ritrovato il corpo esamine del 49enne albanese. Mentre Palermiti fu fermato dai Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino quasi nell’immediatezza del fatto. Il Gip presso il Tribunale di Benevento dispose la misura cautelare della custodia in carcere per delitto di omicidio volontario, premeditato e aggravato per essere stato compiuto per motivi futili.
“Le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Benevento – dichiara l’avvocato difensore di Parlemiti, Giovanni Pratola – hanno trovato solo in parte accoglimento nella decisione del Giudice. Ritengo opportuno precisare che le circostanze aggravanti contestate se fossero state fondate avrebbero elevato la sanzione con la pena perpetua. Ovvero l’ergastolo. Disattesa la premeditazione, restiamo in attesa di leggere le motivazioni del Giudice il quale provvederà nel termine di 90 giorni al deposito della sentenza. Il caso del Palermiti – aggiunge l’avvocato - , per la sua modalità di esecuzione non trova precedenti nella criminologia forense. Ritengo opportuno conclude Pratola che le sentenze devono essere necessariamente studiate e non semplicemente e asetticamente criticate”. L’arresto in flagranza non è comune, ad oggi Palermiti ha già scontato un anno all’interno della casa circondariale del Tricolle dove tuttora è recluso.
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