Il giudice del Tribunale Civile di Avellino, Pasquale Russolillo, ha stabilito che Autostrade e il proprietario del bus hanno concorso al 50 per cento nelle cause della strage di Acqualonga. A distanza di sei anni dalla tragedia sul viadotto dell’A16, dopo la conclusione del processo penale di primo grado, arriva dal Tribunale Civile l’ok al risarcimento per oltre 900 mila euro a favore di 14 familiari delle vittime. Il giudice Russolillo ha anche escluso alcune parti, proprietari dei veicoli coinvolti nella vicenda, mentre già durante l'iter processuale, ottanta familiari delle vittime hanno rinunciato alla costituzione in giudizio avendo raggiunto con Aspi un accordo sull’indennizzo. 
Nel dispositivo della sentenza, il giudice così chiarisce: “non vi è alcun dubbio che la manutenzione del pullman Volvo B12, quanto la conservazione dell’efficacia e della sicurezza delle barriere di protezione del viadotto, erano condotte esigibili in pari misura, in considerazione del grado di professionalità e competenza che si richiede a chi svolge attività volte a preservare la vita e la salute delle persone”.
Una sentenza in sede civile arriva a pochi giorni dalla commemorazione delle vittime, prevista per domenica 28 luglio, alle ore 19, nella chiesa di San Nicola aMonteforte Irpino. Il 28 luglio del 2013 l'autobus, di ritorno da Pietrelcina e con a bordo 47 passeggeri più l'autista, precipitò dal viadotto Acqualonga lungo l'autostrada A-16 tra i caselli di Avellino Ovest e Baiano, in direzione Napoli. Quaranta le vittime, è considerato, infatti, il più grave incidente stradale della storia d'Italia.