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Cultura

L’Associazione Irpinia mia ricorda Ettore Scola a un anno dalla scomparsa

di Maria Raffaella Calabrese De Feo
Il 19 gennaio del 2016 è mancato Ettore Scola, il grande regista di origini irpine nato nel 1931 a Trevico, un piccolo paese di montagna, arroccato sulla vetta più alta della zona. Dal suo paese Ettore Scola mancava da molti anni ma il legame affettivo con la sua terra e le sue radici non si era affievolito. Trevico era una componente ricorrente dei suoi ricordi e del  paese si informava spesso, chiedendone notizie tutte le volte che incontrava chi potesse dargliene. E’ capitato anche a me di parlargli di qualche compaesano quando, con alcuni membri dell’Associazione Irpinia mia, sono andata a trovarlo nella sua casa romana alla fine dell’ ottobre del 2015, circa tre mesi prima della sua scomparsa. Di quella giornata conservo un bel ricordo, per l’affabilità dell’accoglienza, per la piacevolezza della conversazione. Il motivo della nostra visita era la proposta di un evento da organizzare nel suo  - e nostro -  paese per il suo compleanno del 2016, un evento che aveva mostrato di gradire e che noi ci preparavamo a organizzare nel migliore dei modi. Ma non è andata così… Ci siamo impegnati allora a ricordarlo, sempre nel migliore dei modi, ovviamente nei limiti delle nostre possibilità. Nella data della sua nascita l’Associazione ha così organizzato a Trevico un evento che si è svolto nell’arco di quattro giorni, un evento al quale ha preso parte anche Pietro, il fratello maggiore con il quale Ettore Scola aveva un profondo rapporto affettivo. A questa iniziativa è stato dato un titolo beneaugurante, Il primo ciak, che esprime la volontà di moltiplicarne le edizioni. E’ stata l’occasione per proiettare alcuni film di Scola, a cominciare  dal vecchio Trevico-Torino del 1973 che evoca la squallida esperienza dell’emigrazione nel Nord di un giovane trevicano,  e per presentare un libro a lui dedicato, intitolato A chi appartieni?, un libro che ritaglia della vita del grande regista un segmento sconosciuto, inedito, ricostruito attraverso un paziente lavoro di ricerca tra gli anziani del paese. Ne sono autrici Mariangela Cioria e Giuliana Caputo che offrono una simpatica presentazione dell’infanzia di Ettore Scola nel suo paese natale, nella sua vecchia casa, nel contesto della sua famiglia. L’evento significativamente si è svolto a Palazzo Scola, nella casa natale del regista che in anni passati è stata donata al Comune di Trevico e che è stata trasformata in un moderno e funzionale Centro Culturale, che ospita numerose manifestazioni. Un fiore all’occhiello per il piccolo paese di Trevico.Concludo ricordando che l’Associazione Irpinia mia da sempre, fin dalla sua istituzione, ha intrattenuto  con Ettore Scola un rapporto familiare, privilegiato. Mariangela Cioria, che ne è stata a lungo la Presidente,  si è recata spesso a Roma a trovarlo, contribuendo a tenere vivo in lui quel legame con il passato e con il paese, entrambi per lui sempre più distanti. E i prodotti locali che immancabilmente gli portava in dono, il più delle volte preparati da lei, erano diventati una gradita consuetudine che alimentava ancora di più la memoria. E la memoria non va perduta –  ebbe a dire Ettore Scola alcuni anni fa in occasione delle presentazione di un libro gastronomico della stessa Cioria– perché ogni albero le radici le ha, ogni uomo le ha…

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