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Economia

L'affondo di Bruno: ''IIA ceda gratis i terreni inutilizzati''

L'affondo arriva dalle colonne di Orticalab. Il presidente di Confindustria Avellino, Giuseppe Bruno, non usa giri di parole: ''Industria Italiana Autobus restituisca i suoli che ha preso gratis, o sarà la più grande speculazione immobiliare della storia''. Parliamo di 800 mila metri quadrati ceduti simbolicamente da Fiat a 1000 euro e inutilizzati da sempre. Quell'area potrebbe servire ad incrementare il tessuto produttivo di Valle Ufita: ''Abbiamo tante richieste di nuovo insediamenti – dice Bruno – ma zero capannoni disponibili''. ''Industria italiana - spiega Bruno – oggi pretende  di fare anche speculazione, facendosi pagare quei terreni dall'Asi a prezzo di mercato, quando invece dovrebbe avere la decenza di cederli a titolo gratuito. E’ ora di puntualizzare che Fiat oltre al rilevante complesso immobiliare in questione, ha donato liquidità per € 6 milioni e mezzo di ero''.Oggi su quell'area c'è l'interesse di diversi gruppi imprenditoriali, anche perché si tratta di terreni appetibili in vista della realizzazione della Stazione Hirpinia dell'Alta Capacità. Purtroppo però al momento restano inutilizzati. Di quell'area IIA ne utilizza solo una piccola porzione. L'Asi ha già manifestato formalmente e pubblicamente l'intenzione di acquisire il suolo.  

Confindustria confida  che a breve  siano attivate le procedure utili. ''Nell'area di Valle Ufita - argomenta Bruno – ci sono ben 53 realtà industriali che costituiscono la vera ricchezza del territorio. Queste realtà si potrebbero raddoppiare con le cessioni dei suoli''. Il numero uno di Confindustria è critico anche sul progetto di rilancio della Iia di Flumeri: ''Non solo non ha attuato uno dei tanti piani industriali -  finalizzati esclusivamente ad ottenere sistematiche proroghe per consentire ai dipendenti di percepire i sussidi previsti dalla cassa integrazione - ma di fatto ha impedito lo sviluppo in Irpinia ed in Valle Ufita. Ci auguriamo che al danno si aggiunge la beffa nei confronti del territorio, con il rischio che si possa consumare un’operazione speculativa''.

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