Troppi reati ambientali: il report di Legambiente consegna la maglia nera alla provincia di Avellino. 37 gli arresti, oltre 3 mila le persone denunciate e mille i sequestri. La Campania per l’anno 2014 è stata scavalcata da Puglia e Sicilia. In effetti rispetto agli altri anni nella nostra Regione, si registra un calo dei reati del 21% soprattutto nella provincia di Napoli. Se va meglio sul fronte dell’illegalità ambientale non si può dire lo stesso per gli abusi di cemento. Troppi veleni e ben 86 i clan che in questi anni hanno fatto affari. Lo dice il rapporto Ecomafie 2015. Non c’è solo la Terra dei fuochi e i suoi drammi, ma anche i mille risvolti ecocriminali che in tutta la regione continuano a trovare uno dei territori d’elezione. Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati, abusivismo: la Campania si conferma a livello nazionale la regione più sfregiata dal mattone selvaggio. E’ l’Irpinia a conquistare in questo ambito, la maglia nera nazionale con 257 reati. Subito dopo ci sono Napoli e Salerno. Alto il numero di inchieste di traffico organizzato di rifiuti, ben 89 a partire dal 2002 con oltre 400 ordinanze di custodia cautelare emesse e ben 160 aziende coinvolte con otto procure su scala regionale impegnate nelle indagini. La Provincia di Avellino per lo smaltimento dei rifiuti illeciti si piazza al 13 posto nella classifica nazionale. L'edizione 2015 del rapporto di Legambiente si apre però con una buona notizia: è l’anno della legge che introduce nel codice penale un Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi.
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