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Politica

Acs, sindaci scettici sulla ricapitalizzazione: rischio fallimento

Alto Calore a un passo da un fallimento. Il piano di salvataggio messo a punto dai vertici di Corso Europa non piace ai sindaci, soprattutto nella parte che chiede ai comuni di ricapitalizzare l'ente con ben 25 milioni di euro da dividere tra i 126 comuni che ne fanno parte in base alla quota che detengono nella società. L'assemblea decisiva è prevista entro il prossimo 14 dicembre. Alcuni comuni hanno già detto no, altri sono in attesa. Questa mattina a Palazzo Caracciolo l'amministratore unico Michelangelo Ciarcia ha convocato i sindaci per tentare di convincerli della bontà del piano. Per Ciarcia non c'è alternativa: o si ricapitalizzaza o Acs fallisce e il servizio idrico andrà a gara. Ciò potrebbe segnare la fine della gestione pubblica. I sindaci sperano che si possa ancora trovare un'alternativa sia alla ricapitalizzazione che al fallimento, come ad esempio un mutuo o il ricorso alla cassa depositi e prestiti.

Alto Calore, Ciampi: “Chiediamo l'azione di responsabilità per gli amministratori e immediata sospensione dei rinviati a giudizio. Alla Regione, politici incompetenti sul tema acqua”

“L'acqua è il bene più prezioso dell'Irpinia. Chi non lo ha difeso, danneggiando Alto Calore, deve pagare”. Con queste parole, il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, annuncia la richiesta di integrazione dell'ordine del giorno della prossima assemblea dell'Alto Calore Servizi spa. Obiettivo dell'amministrazione Ciampi è mettere ai voti l'azione di responsabilità nei confronti di amministratori e sindaci che si sono susseguiti dal 2004 ad oggi e immediata sospensione dei rinviati a giudizio. “L'operazione – spiega Ciampi - dovrà coinvolgere tutti i dipendenti infedeli, amministratori, dirigenti, revisori e consulenti che con azioni sedimentate nel tempo hanno condotto l'azienda verso la disastrata situazione finanziaria. L'assemblea avrà l'ultima parola e ogni socio si prenderà la responsabilità di ciò che deciderà di votare. Non c'è più spazio per sindaci che non vogliono o non sanno vedere errori ed omissioni nella gestione dell'azienda pubblica che, con la cassa disponibile, sta pagando gli scivoli pensionistici ai dipendenti a fine carriera invece di pensare a costruire il futuro. Vendere non è una soluzione soprattutto quando si svende a quattro soldi una realtà importante come Alto Calore che già oggi genera occupazione e reddito per oltre trecento di famiglie”.

Sulla questione del rinnovo “fantasma” della concessione regionale all'Acquedotto pugliese, Ciampi si dice sbalordito dall'incapacità della Regione guidata dal Pd che pure da anni gestisce il potere e dovrebbe conoscere i meccanismi della macchina amministrativa”. “Sorprende il pressapochismo con cui la Regione di Vincenzo De Luca sta trattando la questione Alto Calore: tirar fuori dal cassetto una delibera di rinnovo della concessione di Cassano e rimangiarsela 24 ore dopo denota incapacità e incompetenza” ha aggiunto il primo cittadino che, vista la lentezza nel convocare l'assemblea da parte dell'azienda, ha chiesto al presidente del collegio sindacale, Marco Orrei, e successivamente al Tribunale di Avellino di convocare d'urgenza l'assise dei soci Alto Calore. “Questo atteggiamento della Regione non favorisce la società, ma alimenta la confusione in vista dell'assemblea straordinaria in cui la mia amministrazione, oltre all'azione di responsabilità per amministratori e sindaci, ha anche chiesto l'annullamento della delibera che ha nominato amministratore unico Michelangelo Ciarcia, il dietrofront sul piano di smantellamento firmato dal consulente Pozzoli, oltre che chiarimenti sull'assegnazione delle consulenze e sui numeri di bilancio relativamente a crediti e debiti dell'azienda”.

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