È stato il momento dell’ultimo saluto a Giovanni Maraia, il momento della riflessione e della preghiera. Ad accogliere la salma davanti al sagrato della cattedrale di Ariano Irpino gente comune, gente semplice, gente che è stata sempre al fianco del leader irpino di Rifondazione comunista e poi di Ariano in Movimento per compiere le sue battaglie, le sue lotte per l’affermazione dei diritti sociali e del rispetto della legalità. Tra questi un gruppo nutrito di agricoltori di Difesa Grande, ex operai Isochimica e dell’ex Irisbus. Anche una delegazione della minoranza consiliare del comune di Ariano. È toccato poi al parroco della Cattedrale don Antonio Di Stasio usare parole di cordoglio per cercare di alleviare il dolore della moglie Paola e dei figli Luigi e Francesco. Il parroco per ricordare Maraia nell’omelia ha citato un versetto dalle Beatitudini dal vangelo secondo Matteo: Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Parole secondo don Antonio molto calzanti per lui. Toccante il saluto dei figli Luigi e Francesco al padre. Entrambi lo hanno ricordato come un uomo che ha pensato ai problemi altrui e poco a se stesso, un uomo che ha lavorato per una società diversa. Hanno salutato il professore anche diverse generazioni di studenti che sono cresciuti con i suoi insegnamenti e una delegazione dei colleghi del Liceo Parzanese che hanno lavorato con lui.
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