Tutti riuniti per decidere le sorti dell'Alto Calore. Convocati dal presidente della Provincia Biancardi, a Palazzo Caracciolo son giunti i vertici della società Corso Europa, i sindacati, i rappresentanti dei comitati per l'acqua pubblica. Soprattutto, il vicegovernatore della Regione Fulvio Bonavitacola e il Sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia. Il macigno che pesa sulle casse della società è noto, oltre 140 milioni di euro di debito. Ne servono subito 50 per salvare Alto Calore, ente che da circa 80 anni gestisce il servizio idrico in provincia di Avellino e in alcuni comuni del Sannio. Tre le soluzioni al vaglio del tavolo: intervento del governo attraverso la cassa depositi e prestiti, vendita di una quota cospicua al privato, il concordato in continuità. Sembrano scartate invece sia la ricapitalizzazione da parte dei comuni soci che la soluzione dell'azienda speciale sul modello partenopeo. A fotografare lo stato dell'arte, l'amministratore unico Michelangelo Ciarcia, che ha fatto il punto della situazione e illustrato le possibili vie d'uscita. Il tavolo si è aggiornato tra una decina di giorni, presumibilmente a dopo l'approvazione del bilancio di Acs. Nel frattempo si avvierà una interlocuzione con cassa depositi e prestiti per vedere se è una strada percorribile o meno.
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