Primarie sì, primarie no, primarie forse. Il caos regna sognano sotto il cielo democratico. Al momento la consultazione resta convocata per domenica primo marzo. Ma mentre i cinque candidati battono il territorio, c’è chi lavora per trovare un nome unitario affinché si eviti, con l’apertura delle urne, l’inevitabile lotta fratricida. A seminare il panico, nella serata di ieri, la notizia diffusa dall’agenzia il Velino secondo la quale ci sarebbero firme sufficienti, in calce ad un documento, per convocare l’assemblea regionale e candidare Gino Nicolais. A stretto giro arrivano le reazioni. Marco Di lello, in campo per i socialisti, su twitter grida al furto di democrazia e pubblica una lista di firmatari che però risale al 16 febbraio. Più tardi si scoprirà che la lista c’è, con il piccolo particolare che alcuni l’hanno firmata a loro insaputa, dunque la richiesta non è valida. Nonostante il flop, il tentativo di mandare all’aria le primarie è ancora in corso. In prima linea i renziani e i dalemiani, che sin dall’inizio hanno visto con sospetto la consultazione in Campania. Ma se nell’ombra c’è chi trama, ufficialmente la data del primo marzo è confermata. Tanto che Assunta Tartaglione, segretario regionale dei democratici, si è affrettata a smentire sia la richiesta, sia la convocazione dell’assemblea, sia un ulteriore slittamento. Nella sua agenda resta nero su bianco la conferenza stampa con tutti i candidati prevista per venerdì. In questo clima in Irpinia hanno fatto tappa due candidati. Vincenzo De Luca è andato prima ad Ospedaletto D’Alpinolo, poi ad Avella, per incontrare i suoi sostenitori. Il sindaco di Salerno è convinto che domenica al voto si andrà e rilancia la battaglia per lo sviluppo delle aree interne. 

Al Centro Sociale di Avellino, invece, Gennaro Migliore, ex Sel gradito ai renziani, ha sottolineato come le prossime regionali siano l’occasione per riscattare anni di sconfitte.