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Politica

Referendum, Morano per il ''no'': la riforma di Renzi mortifica la democrazia

Il convegno  svoltosi ieri al Carcere Borbonico di Avellino dà il via, anche in Irpinia, alla campagna referendaria contro le Riforme alla Costituzione proposte dal Governo Renzi. Ne parliamo con Sabino Morano, presidente di Primavera Irpinia e promotore dell’incontro al quale hanno preso parte l’ex Presidente della Camera, Gianfranco Fini (vedi intervista), l’on. Giuseppe Gargani, l’on. Carmelo Conte, il costituzionalista Pietro Di Muccio De Quattro e l’avv. Massimo Passaro.

Morano, quali sono le ragioni del No alla riforma Costituzionale?  

«Questa è una riforma che mortifica la rappresentanza democratica. Si vuole trasformare il Senato della Repubblica in un ente di secondo livello non eletto direttamente dal popolo. Dopo la riforma delle Province, questo Governo tenta una nuova spallata alla nostra Democrazia, favorendo non la rappresentanza politica e militante ma la burocrazia e il tecnicismo. Non si può pensare al Senato come ad un ente di secondo livello non eletto dai cittadini».

Il suo elettorato, quel popolo di destra da sempre sostenitore dell’uomo forte al comando, perché dovrebbe votare No a questa riforma? 

«L’uomo forte lo fanno la leadership e il carisma, non le leggi. Quello proposto da Renzi è un sistema che permetterebbe a un uomo debole di avere un forte potere. Un po’ come avviene ad Avellino con Foti. Renzi è ammalato di sindachite: vorrebbe governare la nazione con un sistema elettorale simile a quello delle Amministrative. L’elettorato di destra non può non opporsi a una riforma pasticciata che non va né verso un presidenzialismo alla francese, né verso la camera unica né verso il bicameralismo. La nostra è una battaglia politica. Vogliamo che questo Governo cada e che Renzi, in caso di sconfitta, mantenga le promesse e si dimetta». 

Ieri il presidente Gianfranco Fini ha paragonato la riforma voluta da Renzi alla legge-truffa di De Gasperi e ricordato il forte ostruzionismo Parlamentare che unì quasi tutti gli schieramenti politici, dal Pci all’Msi… 

«Quella di Fini è stata una provocazione. Non si può paragonare la riforma voluta da De Gasperi a quella di Renzi. De Gasperi voleva dare un premio di maggioranza alla coalizione che avesse ottenuto il 50% dei voti, la maggioranza assoluta;  quella proposta da Renzi, invece, vuole consegnare il controllo del Parlamento al partito, non alla coalizione ma al partito, che ottiene la maggioranza relativa.  Va da sé che qualora venisse approvata la riforma, il ruolo del Parlamento ne uscirebbe ridimensionato e non rispecchierebbe più, al suo interno,  la volontà degli elettori».  

Gargani, invece, ha ricordato che ogni qualvolta in Parlamento si discuteva di riforme alla Costituzione, il Governo abbandonava l’aula…  

«Condivido pienamente e aggiungo che non si può permettere a un Governo sostenuto da un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale di modificare la Costituzione.  Come risponderete ai tweet di Renzi e a una comunicazione che diventerà presto martellante?«Ai tweet di Renzi  si risponde con il ragionamento. Noi andremo nelle piazze a parlare direttamente con i cittadini. Questo referendum non ha quorum e si fa fatica a spiegare alla gente che per cambiare la Costituzione non serve il raggiungimento del quorum. Ecco perché dobbiamo convincere tutti quelli contrari a recarsi nelle urne per impedire che sia  una minoranza a modificare la nostra Costituzione. Con la nostra “Carovana itinerante” attraverseremo tutti i paesi dell’Irpinia per spiegare l’importanza di una scelta che potrebbe avere pesanti ricadute sull’assetto istituzionale del nostro Paese. Chiunque abbia un approccio serio alla questione non può che scegliere di votare No alla riforma e aiutarci in questa campagna di sensibilizzazione».  Erminio Merola


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