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Gli studenti di Medicina dell'Università di Salerno sono tra i più preparati d'Italia

Gli studenti di Medicina dell’Università di Salerno sono tra i più preparati d’Italia. Lo rileva lo studio condotto dall’Associazione Liberi Specializzandi (ALS) su 42 atenei d’Italia.
Prendendo in esame la recente prova sostenuta dai laureati per l’ingresso nelle scuole di specializzazione in Medicina, l’Associazione ha stilato una classifica basata sul voto medio dei candidati a livello nazionale. Dalla classifica emerge che i voti più alti sono stati conseguiti dai giovani candidati delle Università del nord dell’Italia; al sud, invece, si trovano la maggior parte degli atenei i cui allievi hanno avuto voti più bassi della media.
Unica eccezione tra le realtà meridionali è l’Università di Salerno. Con un punteggio del 94.02 (contro l’87.50 della media nazionale), gli studenti Unisa sono al terzo posto in Italia in termini di migliore performance ai test di accesso alle scuole di specializzazione di area medica. Prima dell’Università di Salerno in ordine di classifica ci sono due università statali (Udine e Milano-Bicocca) e tre private (Vita-Salute del San Raffaele di Milano, Campus Biomedico e Università Cattolica Sacro Cuore di Roma).
La ricerca dell’Associazione Liberi specializzandi si basa sull’analisi delle votazioni, incrociando i punteggi pubblicati nella graduatoria generale dell’esame e i luoghi di laurea dei candidati, che sono disponibili negli albi degli ordini dei medici.
“Si rinnova anche quest’anno il successo dei nostri studenti di Medicina – commenta il rettore Aurelio Tommasetti. La nostra Università, quando viene valutata sulla base del merito, riesce sempre a distinguersi. In questa classifica siamo tra le prime tre università statati d’Italia, e gli atenei che ci precedono sono tutti collocati al centro-nord. Questo dato fa il matching con quello relativo alle Scuole di specializzazione di area medica, per le quali il numero di borse di studio riconosciute a livello ministeriale e regionale alla nostra Università è cresciuto del 30%, passando da 45 dell’a.a 2017/18 a 58 del 2018/19, a testimonianza della crescita di un progetto ritenuto valido e di qualità” – conclude il rettore.

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