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Giovani grottesi nel tempio della casta: un racconto immaginifico (in attesa di quello reale)

Da Grotta a Roma. Oggi i giovani di Grottaminarda sono a Roma per seguire i lavori della Camera dei Deputati. di Erminio Merola

Immaginatevi una puntata del Testimone. 
Siamo 40, forse 50 ragazzi su questo bus. Scendiamo a Roma, accompagnati da un documento di identità valido. Prendiamo la metro e arriviamo in centro. La telecamerina inquadra me e poi Palazzo Montecitorio.  La telecamerina torna su di me; inquadra palazzo Montecitorio. 
Siamo in visita al Parlamento. Andiamo a seguire i lavori della Camera.  Sono emozionato. È la prima volta che entro a palazzo Montecitorio. Si, sono dentro il Palazzo. Indosso una giacca gialla, una camicia celeste e una cravatta intonata alla giacca. Sono le regole, signori. Il Parlamento è un posto serio. Non si può entrare alla Camera con poc corn, felpa,  panini e zainetto ma con una giaccia gialla, si. La telecamerina inquadra la mia giacca, i miei pantaloni e le mie scarpe, si allunga sulla cravatte e i sorrisi  dei miei vicini e si sofferma sul tailleur della collega alla mia destra. Sembrano scene tratte dalla Grande Bellezza. Io interpreto Jep Gambardella. 
Le regole sono chiare.   
Un lungo iter ha preceduto il nostro ingresso. Alle 9.30, a mezz'ora dall'inizio della seduta della Camera, ci siamo recati in Piazza del Parlamento 24, presso la Sala del pubblico. Qui abbiamo compilato un modulo di richiesta accompagnandolo a un documento di identità valido. L'autorizzazione ci è stata rilasciata, compatibilmente con la disponibilità dei posti nelle tribune per il pubblico, dopo alcuni minuti. Ricevuta la comunicazione, ci hanno indirizzato verso piazza del Parlamento 25 dove gli addetti, verificata l'identità, ci hanno rilasciato il biglietto di accesso. 
Anche all’interno del Palazzo seguono altri passaggi. È una lunga procedura simile al rito di vestizione di Ettore, raccontato nell’Iliade.
«E' necessario prima di accedere alle tribune  –si legge sul sito della Camera- depositare soprabiti, borse, telefoni cellulari e apparecchiature elettroniche che saranno custodite in apposite buste di sicurezza numerate. Agli uomini è inoltre richiesto di indossare giacca e cravatta». 
Ci siamo liberati degli ormeggi. Ora, tutti, indossiamo i nostri eleganti completi. Abbiamo varcato la sottile linea d’ombra che separa un uomo da un pinguino. Siamo in giacca e cravatta.
Anche i Parlamentari devono rispettare questa regola. Durante una protesta al Senato,  i parlamentari 5 Stelle hanno provato a trasgredirla, presentandosi in Aula in maniche di camicia e il Presidente ha deciso di sospendere i lavori.  Insomma, ci siamo. 
Con le nostre giacche possiamo accedere alle tribune. La telecamera inquadra la mia tribuna. 
La telecamera inquadra me e i banchi di  Montecitorio. Inquadra di nuovo me e ancora i banchi. È vietato parlare. «Durante le sedute –recitano le norme di comportamento-  il pubblico che siede nelle tribune deve stare a capo scoperto ed in silenzio, astenendosi da ogni segno di approvazione o disapprovazione e deve seguire le indicazioni dei commessi parlamentari. Il pubblico deve uscire dalle tribune in tutti i casi di sospensione della seduta. Le persone ammesse alle tribune riservate al pubblico sono invitate a prendere formale visione delle norme comportamentali recate dall'art. 64 del regolamento della Camera dei deputati e dalle disposizioni integrative ed attuative». 
Restiamo in silenzio. La telecamera è fissa sui banchi. A volte inquadra la mia faccia perplessa, i volti attenti dei miei amici e i movimenti nervosi delle amiche. La Politica è una  roba da uomini. Le ragazze preferirebbero andare a fare shopping.  
Residui di una morale machista e misogina annebbiano il mio pensiero. La parità di genere è una proposta che non voterei. 
Ore 10.00 la seduta alla Camera ha inizio. La telecamerina inquadra la Presidente Boldrini e poi torna su di me. La telecamerina inquadra i banchi del Movimento 5 stelle e poi ritorna sulla Presidente Boldrini. 
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Shhhhhhhhhhhhhh! Non disturbiamo i lavori della Camera. 
 I commessi, in esecuzione degli ordini del Presidente, fanno uscire immediatamente la persona o le persone che turbassero l'ordine. Qualora non si individui la persona o le persone da cui è cagionato il disordine, il Presidente dispone che sia sgombrata tutta la sezione della tribuna nella quale è avvenuto.      In caso di oltraggio recato alla Camera o a un qualsiasi suo membro, il responsabile è immediatamente arrestato e tradotto davanti all'autorità giudiziaria competente.
*NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO DA PALAZZO MONTECITORIO 
Roma, 16/04/2014, 
Erminio Merola 

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