Citato da diversi autori antichi, teatro di epocali battaglie, il fiume Calore – il cui nome sarebbe legato alla temperatura delle acque - è uno dei più importanti nell’idrografia dell’Italia Meridionale. Sgorgando dai Monti Picentini, scorre per più di 40 km nella provincia di Avellino e per i restanti 65, in quella di Benevento, per sfociare nel fiume Volturno. Ha un ampio bacino di raccolta, è ricco di sorgenti, ma soffre purtroppo di uno sfruttamento eccessivo. Nei mesi autunnali ed invernali, a causa delle precipitazioni, sono frequenti le piene, mentre in estate il fiume viene completamente ‘risucchiato’. Le acque vengono infatti pesantemente captate dagli acquedotti. A denunciare la situazione critica delle acque irpine, è stato il Comitato Tutela Fiume Calore insieme alla Web Tv di lotta, UàNm. Il primo di una serie di reportage, visibile su Youtube, ha come protagonista appunto il fiume Calore. Come spiega Luigi Colucci del Comitato tutela Fiume Calore, “il prosciugamento causa la morte delle trote e non si tratta certamente di un fenomeno Carsico, ma l’acqua finisce nelle prese dell’Alto Calore”. Accade quindi che nei periodi in cui la necessità di acqua è maggiore, il corso del fiume venga praticamente deviato per far sì che si immetta direttamente negli acquedotti. Un vero e proprio maltrattamento ai danni di una risorsa naturale essenziale. Un ulteriore pericolo, potrebbe essere, come ha spiegato Sabino Aquino, Dirigente Area Idrogeologica Alto Calore, la possibile realizzazione della galleria Pavoncelli Bis - che rifornirebbe ulteriormente i comuni lucani e pugliesi - potrebbe addirittura causare la scomparsa del fiume Calore. I depuratori peraltro, date le ristrette risorse economiche, non funzionano come dovrebbero. Ecco il documentario