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Covid 19, sequestrati pc a Villa Margherita. Policastro: "L'indagine serve a far luce sulle cause della diffusione del virus"

Nella giornata di martedì 28 aprile i  militari della Compagnia Carabinieri di Benevento-sez. Operativa e del NAS di Salerno hanno eseguito, su disposizione della Procura di Benevento  - e nell’ambito di un procedimento "allo stato iscritto per i reati di calunnia, epidemia colposa, lesioni gravi e gravissime e omicidio colposo plurimo nei confronti di 4 persone fisiche e di una società - una perquisizione locale presso la struttura sanitaria Villa Margherita sita a Benevento, sequestrando per finalità probatorie alcuni pc portatili e fissi".

Nella stessa giornata sono stati sequestrati, sempre per fini probatori, dispositivi elettronici portatili e pc portatili di personale dipendente della struttura, anche non indagato. 

“L’indagine – spiega il procuratore della Repubblica Aldo Policastro - , finalizzata a fare piena luce sulle cause della diffusione del virus covid-19 all’interno della struttura Villa Margherita, è in corso da oltre un mese, durante il quale -pur con le notevoli difficoltà dovute all’emergenza sanitaria – è stata acquisita una notevole mole di documenti e informazioni e sono state ascoltate numerose persone.

Per la compiuta ricostruzione della vicenda è stato altresì nominato un Collegio di consulenti tecnici, composto da due Professori Ordinari di Igiene e un medico legale, che ha partecipato anche al sopralluogo presso la struttura.

Il materiale acquisito è all’esame della Procura così come ulteriori attività sono in corso". 

"E’ doveroso - continua il procuratore Policastro - precisare che allo stato si tratta di iscrizione nel registro notizie di reato e dello svolgimento di indagini preliminari volte ad accertare o, se del caso, ad escludere la responsabilità penale degli indagati, senza tralasciare nessuna ipotesi e senza approssimative conclusioni.

La delicatezza e la complessità delle indagini non ci sfugge ma le svolgiamo con la massima serenità nel rispetto sia delle vittime e dei loro familiari che degli operatori sanitari”. 

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