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Sannio

Dipinti dell'Immacolata rubati dalla Chiesa, ritrovati dai Carabinieri

Sei parti del dipinto “L’Immacolata fra i Santi Francesco, Domenico, Elisabetta e Teresa”, asportato nel 1997 dalla chiesa ormai in disuso Santa Maria delle Grazie di Montesarchio, saranno restituite domani mattina alle ore 10.30 al sindaco del Comune di Montesarchio Francesco Damiano dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, maggiore Giampaolo Brasili.

La consegna avverrà nell’aula consiliare del Comune, alla presenza di mons. Felice Accrocca, Arcivescovo della Diocesi di Benevento nonché del colonnello Germano Passafiume, comandante provinciale dei Carabinieri di Benevento.
                              
L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, trae spunto dalla denuncia di furto presentata da un antiquario napoletano di numerose opere d’arte in suo possesso e conservate all’interno del magazzino.

Oltre ad accertare che la denuncia non era altro che un mezzo messo in atto dall’antiquario per tornare in possesso di beni da lui stesso posti in commercio – nella sua abitazione sono state infatti rinvenute opere d’arte che aveva inserito in denuncia - i riscontri investigativi hanno consentito di sequestrare numerosissime opere provenienti da 12 furti avvenuti in tutta Italia a danno di abitazioni private e di istituti di culto.

Oltre alle opere di antiquariato, nel corso delle indagini sono stati sequestrati oltre 4.000 reperti archeologici tra monete e vasi.
Nell’ambito della stessa indagine sono state rinvenute cinque parti del dipinto in questione, mentre la sesta (la più importante in quanto costituisce la parte centrale del dipinto) è stata sequestrata, sempre su disposizione della Procura partenopea, nel corso di una vendita presso una nota casa d’aste del capoluogo campano. 

Di fondamentale importanza per l’individuazione del prezioso bene è risultata la comparazione dell’immagine con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, che ne ha confermato la provenienza illecita.

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