Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Canale 58Canale 58

Sannio

Emergenza cinghiali, Masiello: "Ben 10mila incidenti con 13 morti"

In Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici con 13 morti nei primi nove mesi del 2019 contro gli undici registrati in tutto l’anno precedente. (GUARDA IL SERVIZIO DELLA PROTESTA A ROMA E L'INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI CAMPANIA, GENNARO MASIELLO)

E' quanto emerge da una stima di Coldiretti su dati Regioni e Osservatorio Asaps in occasione del blitz davanti a Montecitorio di migliaia di agricoltori, allevatori, cittadini, esponenti istituzionali, sindaci e ambientalisti contro l’invasione dei cinghiali e degli animali selvatici ormai arrivati anche dentro le città.

Presente a Roma anche la delegazione di Coldiretti della Campania, guidata dal vicepresidente nazionale Gennaro Masiello. 

"Il numero di incidenti gravi con morti o feriti a causa di animali è aumentato dell' 81% sulle strade provinciali nel periodo 2010-2018 secondo l’analisi Coldiretti su dati del rapporto Aci Istat.

Una vera e propria emergenza nazionale che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti e che - secondo l’indagine Coldiretti/Ixè - porta 3 italiani su 4 (72,7%) a considerare un pericolo per la circolazione sui quasi 850mila chilometri di strade e autostrade italiane la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura – evidenzia Coldiretti – che dilaga dalla montagna alla pianura, dalle zone vicino ai fiumi fino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno di cinquemila abitanti sale addirittura all’83% dei residenti. E se su arterie statali, provinciali e comunali non ci sono quasi mai reti di respingimento contro i selvatici, sulle autostrade invece – sottolinea la Coldiretti - si trovano le protezioni ma non sempre sono efficaci visto che una delle 13 vittime del 2019 è stata causata sulla A1 da un branco di cinghiali arrivato sulla carreggiata scavando un cunicolo sotto la rete divisoria fra l’asfalto e la campagna circostante. Migliaia di incidenti da nord a sud della Penisola fanno registrare danni per milioni di euro fra costi per riparazioni meccaniche e di carrozzeria alle auto e spese sanitarie per le persone rimaste ferite e contuse. Ma si tratta – evidenzia la Coldiretti - solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati.

Nel 2018 un incidente grave su 5 provocato dai selvatici è avvenuto di notte – spiega Coldiretti - ma sono le ore dell’alba e quelle del crepuscolo le più a rischio, con i branchi di cinghiali che si muovono razziando cibo nelle periferie urbane o distruggendo campi e colture, riuscendo a percorrere – evidenzia Coldiretti – fino a 40 chilometri alla volta". 

“Non è più solo una questione di risarcimenti - afferma il presidente Gennarino Masiello - ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Serve agire in modo concertato tra Ministeri e Regioni, Province e Comuni ed avviare un piano straordinario senza intralci amministrativi. Bisogna rendere ancora più efficaci i piani di contenimento e allargare le maglie di intervento perché in caso contrario la questione è destinata a peggiorare”.

OGNI ANNO 200 MILIONI DI DANNI ALLE COLTURE

Un piano straordinario per garantire la sicurezza nelle città e nelle campagne dove i cinghiali causano ogni anno danni stimati in almeno 200 milioni alle colture ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie e soprattutto gli incidenti stradali in grande aumento. Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini a conclusione della manifestazione promossa dalla Coldiretti in Piazza Montecitorio a Roma con l’adesione di centinaia di Sindaci, dei sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e delle associazioni dell’ambientalismo e dei consumatori come Symbola, Terranostra, Federparchi, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Centro Consumatori Italia, Aiab, Associazione per l’agricoltura biodinamica e Legambiente che ha condiviso le preoccupazioni alla base dell’iniziativa. Ai rappresentanti del Governo e del Parlamento di tutti gli schieramenti presenti Prandini ha illustrato un pacchetto di misure da tradurre in un emendamento alla legge di Bilancio finalizzato a semplificare le norme che consentano alle regioni di mettere a punto piani per il contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica.  La norma che assegna la competenza alle Regioni - secondo il presidente di Coldiretti - è fondamentale per dare certezze alle imprese agricole e garantire il futuro agli agricoltori.

Si deve andare oltre alla caccia per dare risposte strutturali che consentano di ripristinare l’equilibrio ambientale che è stato visibilmente compromesso anche con l’intervento di personale specializzato. Apprezziamo gli impegni assunti dai parlamentari di tutti gli schieramenti nel sottolineare però che se le commissioni parlamentari, dall’Agricoltura all’ambiente e alle Finanze, non voteranno il provvedimento torneremo in piazza ma questa volta - ha concluso Prandini - non in modo così pacifico perché “siamo esasperati”.

Sul palco della Coldiretti sono intervenuti nell’ordine Fabio Rolfi  (Lega) assessore agricoltura Lombardia, Stefano Bonaccini,(PD) presidente Emilia Romagna, Anna Casini Vice presidente Regione Marche, Emanuele Imprudente vice presidente Regione Abruzzo e assessore agricoltura, Alberto Budai, presidente Commissione agricoltura Regione Friuli Venezia Giulia, Mino Taricco (PD) Commissione agricoltura Senato, Vincenzo Vizioli presidente Aiab, Gisella Naturale (M5S) commissione agricoltura Senato, Rosa Silvana Abbate (M5S) commissione agricoltura Senato, Teresa Bellanova Ministro delle Politiche agricole, Andrea De Bertoldi (Fratelli d’Italia) commissione Finanze Camera, Matteo Salvini senatore (Lega), Gianpaolo Vallardi (Lega) presidente commissione agricoltura Senato, Filippo Gallinella (M5S) presidente commissione Agricoltura Camera, Francesco Battistoni  (Forza Italia), commissione agricoltura Senato, Maurizio Fugatti, presidente Provincia Trento, Francesco Bruzzone   Lega vice presidente commissione Ambiente, Raffaele Nevi (Forza Italia) commissione agricoltura Camera, Luca De Carlo (Fratelli d’Italia) commissione agricoltura Camera, Marco Perosino (Forza Italia), Camillo D’Alessandro (Italia Viva), Erica Mazzetti (Forza Italia) commissione Ambiente Camera, Roberto Bagnasco (Forza Italia) Commissione Affari sociali, Rosario Trefiletti , presidente Centro Consumatori Italia, Ermete Realacci, presidente Symbola, Paolo Russo (Forza Italia) commissione Agricoltura Camera, Marco Ramadori presidente  Codacons, Massimo Campanella presidente Adusbef, Emilio Viafora, presidente  Federconsumatori, Susanna Cenni (Pd) vice presidente commissione Agricoltura Camera, Roberto Novelli  (Forza Italia) commissione Affari Sociali, Giampiero Sammuri, presidente Federparchi, Giulia Zanotelli assessore Agricoltura provincia Trento, Maria Chiara Gadda Italia Viva commissione Agricoltura  Camera, Andrea Ferrazzi (PD) Commissione Territorio e Ambiente della Camera, Cosimo Maria Ferri (Italia Viva) commissione Giustizia Camera, Maurizio Gasparri (Forza Italia) Commissione Difesa Senato, Gian Marco Centinaio (Lega) ex ministro delle Politiche agricole. 

ANCHE IL SANNIO A ROMA


Il presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, ha partecipato stamani alla mobilitazione in Roma di allevatori, agricoltori e pastori, delle stesse Istituzioni territoriali locali giunti in piazza Montecitorio per richiamare la pubblica attenzione sulla emergenza costituita dalla presenza aggressiva ed incontrollata di cinghiali ormai anche nei centri cittadini e non solo nelle aree rurali.

La manifestazione era finalizzata a chiedere al Parlamento ed al Governo nazionale, oltre che alle Regioni, interventi urgenti e non più rinviabili di contrasto alla crescita abnorme degli ungulati.

“Il problema della presenza incontrollata dei cinghiali è stato ed è sottovalutato: manca, infatti, la esatta percezione della vastità delle conseguenze sul piano generale. Si tratta invece di una vera e propria emergenza nazionale”, ha dichiarato Di Maria, che così spiegato il suo pensiero: “gli ungulati che scorrazzano anche per le città costituiscono un problema di sicurezza pubblica per i cittadini indifesi, provocano incidenti stradali quando attraversano le strade anche a grande percorrenza; ma i cinghiali che invadono i campi coltivati hanno creato e creano danni enormi ai coltivatori distruggendo i prodotti della terra.

Questo, nel breve periodo, si traduce in una formidabile decurtazione di reddito per i produttori agricoli, perché non si sono più prodotti da raccogliere e da rivendere; ma, nel medio e lungo periodo, l’aggressività dei cinghiali porta a conseguenze assai più gravi e a livello più generale. Infatti, i produttori agricoli, non potendo trovare fonti di reddito e di sostentamento, saranno costretti ad abbandonare i loro terreni, come se già non bastassero altre cause di natura sociale ed economica a tutti note.

Cresceranno, dunque, la desertificazione e lo spopolamento nei piccoli centri e dunque anche i terreni incolti. Le aree rurali, senza più la necessaria manutenzione garantita dal contadino, producono effetti devastanti a largo raggio che già oggi peraltro sono molto evidenti (e penso agli incendi dei boschi, alle frane, alla minaccia alle infrastrutture).

L’abbandono dei campi, dunque, costituisce un pericolo reale e concreto anche per i centri abitati. Peraltro, con le politiche in atto che tendono a delegittimare Comuni, Comunità Montane e Province, cancellandole dal panorama istituzionale, vengono progressivamente a mancare quei presidi di governo".

Commenta l'articolo

Copyright © Mediainvest srl - Tutti i diritti riservati - Web Agency: Progetti Creativi
La riproduzione di tutto o parte del contenuto di questo sito è punibile ai sensi delle leggi vigenti
Privacy Policy