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Terremoto nel calcio dilettantistico: più di 1000 le gare irregolari

Calcio minore. 1272 le gare irregolari, con 357 società coinvolte e 828 calciatori raggiunti da sanzioni che non risultavano tesserati. E’ l’accusa contenuta nell’atto di deferimento che ha colpito l’ex presidente del Comitato Regionale della FIGC, Vincenzo Pastore. Un vero terremoto nel calcio dilettantistico campano.

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Oggi, purtroppo, non parleremo di calcio giocato, o di mercato, come si addice al periodo estivo. Oggi parleremo invece di giustizia sportiva, e di una notizia, diffusa dalla stessa Figc, secondo cui il Procuratore Federale, esaminati gli esiti dell’attività istruttoria espletata in sede disciplinare, ha deferito al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare Vincenzo Pastore, al momento dei fatti Presidente del Comitato Regionale LND-FIGC Campania. Pesantissima l’accusa: nella qualità di Presidente del Comitato Regionale della Campania (dal 5.12.2012 al 13.9.2015), poneva in essere, in particolare e fra l’altro nella stagione sportiva 2014/2015, condotte rivolte ad alterare il risultato di singole gare ed il medesimo esito dei relativi campionati, nella piena consapevolezza delle conseguenze del proprio operato”. Secondo la Procura, Pastore “provvedeva a concretizzare un sistema incentrato sulla costante, deliberata violazione della regolamentazione sportiva del C.O.N.I., nonché delle norme federali, legittimando l’utilizzazione, nei vari campionati, di un numero elevatissimo di calciatori risultati privi di tesseramento e di certificazione di idoneità sanitaria” e “omettendo di trasmettere gli atti, benché consapevole della illiceità delle condotte realizzate, ai competenti organi della Giustizia Sportiva”. In base a quanto riportato nel deferimento, sono state 1272 le gare irregolari, con 357 società coinvolte e 828 calciatori raggiunti da sanzioni che non risultavano tesserati. Secondo la Procura, infine, sono da considerarsi alcune aggravanti: Pastore avrebbe agito “con abuso della qualità e delle funzioni di Presidente del Comitato Regionale Campania”, favorendo l’estensione del fenomeno e procurando “conseguente ed ingente danno per l’immagine della organizzazione federale”. Una vicenda per la quale si attende ora la pronuncia del Tribunale Federale, ma che certamente non può non destare sconcerto.

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