In trincea contro la camorra, sempre al fianco dei giovani per educarli alla legalità, stimato e apprezzato funzionario che ha lasciato il segno ovunque abbia prestato servizio, come in Irpinia. Luigi Botte, 63 anni, questore di Avellino dal 2016 al 2019, si è spento a causa di un male incurabile che in breve tempo lo ha strappato all'affetto dei suoi cari. La sua è stata una carriera brillante. Botte, laureato in giurisprudenza, prima che di Avellino, è stato Questore di Crotone. Ha diretto, inoltre, le sezioni Falchi e Criminalità della Squadra Mobile di Napoli. Nel '93 è stato nominato alla Dirigenza della Squadra Mobile della Questura di Caserta, in prima linea contro il clan dei casalesi, ad esempio nell’operazione Spartacus che portò alla cattura di pericolosi latitanti come Domenico Bidognetti. Ottimo il ricordo lasciato ad Avellino.
Colto, raffinato, Botte amava citare gli autori classici. Cordoglio è stato espresso dal presidente della Provincia, Domenico Biancardi: «Notizia che Addolora. Autentico servitore dello stato, Botte ha svolto la sua attività in Irpinia con passione e determinazione. Un’azione proficua che ha portato a importanti risultati nella lotta alla criminalità e che, allo stesso tempo, è stata preziosa nell’ottica della sensibilizzazione dei cittadini, soprattutto dei più giovani''.
Oltre che all'Irpinia, Botte era legato anche al Sannio, terra d'origine. A Cerreto sannita aveva frequentato lo storico Liceo Sodo. Negli anni non ha mai interrotto il rapporto con San Lorenzello, paese natio dove oggi, alle 15.30, si terranno i funerali. Lascia la moglie Maria Lucia e la figlia Marilisa.
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