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''Falso, inutile e pericoloso'', la Polizia contro il film sulla Diaz e il G8 di Genova

La pellicola di Daniele Vicari uscirà nelle sale il prossimo fine settimana. E' già polemica

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“Il film Diaz è falso, inutile e pericoloso. Falso perché racconta un episodio togliendolo dal contesto dei quattro giorni di inferno del G8 di Genova. Pericoloso perché non serve più a nessuno girare il coltello nella piaga di fatti avvenuti undici anni fa e di errori che non si sono mai più verificati. Pericoloso perché rischia di fomentare nuove violenze contro le Forze dell’Ordine che ogni giorno mettono a repentaglio la propria vita per garantire la sicurezza dei cittadini”. E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – il Sindacato Indipendente di Polizia. “Ho avuto il ‘privilegio’  - racconta Maccari - di assistere all’anteprima nazionale del film a Genova ed alla fine della proiezione sono stato pervaso da un profondo senso di angoscia. Lo stesso senso di angoscia e tensione che ha caratterizzato quei giorni irreali vissuti a Genova nel 2001. Ma ho provato anche una forte indignazione. Perché è vero che, in quei giorni terribili, degli errori possono essere anche stati commessi dalle Forze di Polizia. Nessuno vuole evitare le responsabilità o negare i fatti, che tra l’altro nel film sono raccontati con dovizia di particolari e seguendo fedelmente le risultanze processuali. Ma non basta seguire le carte dei processi per ricostruire la verità. Perché ogni episodio è figlio di una situazione e raccontare quei fatti estrapolandoli dal contesto in cui si sono verificati significa travisare la realtà. Ed a Genova, in quei giorni, è stata scatenata una terribile guerriglia, la città messa a ferro e fuoco, con continue violentissime aggressioni contro le Forze dell’Ordine da parte di molti manifestanti. Certo, ciò non giustifica comunque quanto avvenuto alla scuola Diaz, ma aiuta a comprendere lo stato d’animo dei poliziotti chiamati ad operare in un clima di stress e di tensione assolutamente straordinaria, anche per il timore per la propria incolumità personale. Ciò che mi ha maggiormente indignato del film -prosegue Maccari- è la totale disumanizzazione dei poliziotti, raffigurati come un esercito di esaltati senza cervello buoni solo a infierire sulle proprie vittime. Certamente chi ha commesso degli errori deve pagare, ma a decidere chi e quanto è responsabile ci sono le sentenze della magistratura. Non può essere certo un regista a processare ed offendere un’intera categoria, mischiando la ricostruzione delle responsabilità con un evidente odio politico verso la Polizia, descritta come un mostro di cui aver paura perché capace di scatenare la sua violenza anche senza motivo. Ormai la discussione su quanto avvenuto alla Diaz non ha più alcun valore, se non quello di inchiodarci sul risentimento e alimentare l’odio. Episodi del genere non si sono più verificati, perché non è più successo che la politica si immischiasse nella catena di comando della gestione dell’ordine pubblico. Dall’esemplare gestione del G8 dell’Aquila, fino alle più recenti e problematiche manifestazioni No-Tav, mai più nessuno ha interferito con i Questori e non si sono più verificati episodi che potessero gettare ombre sulle Forze dell’Ordine. Se dobbiamo riaprire quelle pagine - conclude Maccari - dobbiamo farlo su tutti i quattro giorni di violenze, perché ad oggi a pagare sono stati soltanto alcuni poliziotti, non certo i violenti che hanno seminato sangue e distruzione”.

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