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L'abbruciamento non è più reato, l'annuncio al convegno Coldiretti di Montella

coldiretti avellino

Si è svolto ieri a Montella, nello splendido scenario di Villa De Marco, l’annunciato Convegno organizzato dalla Coldiretti di Avellino su “Idee, proposte e riflessioni sulla castanicoltura irpina”. Sala riunioni strapiena di partecipanti, imprenditori castanicoli soci di Coldiretti, provenienti da Montella e dai Paesi limitrofi e non solo (notate anche presenze del Vallo Lauro-Baianese, del Serinese e del Casertano) che hanno reso necessario l’utilizzo delle sale annesse, dove si è potuto seguire i lavori grazie ad un  impianto televisivo a circuito chiuso. Tutti interessati e partecipi delle problematiche che si andavano ad affrontare.
     Presenti anche molti Sindaci della zona: il Sindaco di Cassano Irpino, Salvatore Vecchia, di Bagnoli Irpino, Filippo Nigro, di Montemarano, Beniamino Palmieri, di Volturara Irpinia, Marino Sarno e di Montoro, Mario Bianchino. Presente anche il presidente del Gal Irpinia, Vanni Chieffo.
     Interessanti e puntuali gli interventi dei relatori ed esperti del settore castanicolo che hanno partecipato al dibattito: Lorenzo Bazzana, capo servizio tecnico-economico della Confederazione Nazionale Coldiretti, Antonio Falessi, esperto di sviluppo rurale di Coldiretti Campania, Alfonso Tartaglia, dirigente UOD Servizi Territoriali di Avellino e Olga Fontana, Commissario capo del Corpo Forestale dello Stato di Avellino.      
     Il dibattito è stato introdotto da Domenico Roselli, dirigente della Coldiretti di Avellino, che ha messo in rilievo soprattutto il carattere dialogico e partecipativo che si intendeva dare all’iniziativa. E’ questo il ruolo che spetta ad una grande Organizzazione di rappresentanza che è Coldiretti: ascoltare le istanze dei produttori e tradurle in proposte e realizzazioni per lo sviluppo del settore e del Paese. Si è parlato, quindi, della questione del castagneto da frutto da quello boschivo, del nuovo PSR, di cinipide e del problema di grande attualità della bruciatura dei residui delle produzioni agricole. 
     Nelle conclusioni, il direttore di Coldiretti Campania, Simone Ciampoli, ha ripreso questo tema per annunciare che, proprio il giorno prima, sulla Gazzetta Ufficiale era stato pubblicato il Decreto Legge, fortemente sollecitato da Coldiretti, sulla combustione controllata in loco del materiale agricolo e forestale derivante da sfalci  potature o ripuliture sempre in loco.  L’articolo 14, comma 8, lettera b) del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91 inserisce una precisa disposizione nel codice ambientale (articolo 256 bis, comma 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152) per precisare che non si applicano le sanzioni connesse alla gestione dei rifiuti, né quelle previste per la combustione illecita di rifiuti abbandonati introdotti dal decreto legge sulla Terra dei fuochi, alla combustione in loco di materiale agricolo e forestale derivante da sfalci, potature o ripuliture in loco, nel caso di combustione in loco delle stesse. 
     La norma precisa che di tale materiale è consentita la combustione in piccoli cumuli ed in quantità giornaliere non superiore a tre metri steri (= volume di 3 metri/cubo di pezzi di legno) per ettaro nelle aree, periodi ed orari individuati con apposita ordinanza del Sindaco competente per territorio. Nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle Regioni, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata.
      Nel salutare con molta soddisfazione la nuova disposizione - che riconosce la sostanziale differenza tra le attività di gestione dei rifiuti e le consuetudinarie pratiche agricole di gestione sul luogo di produzione di piccoli quantitativi di scarti vegetali, Simone Ciampoli ha affermato che appare indispensabile ed urgente che i Comuni elaborino le ordinanze per disciplinare a livello locale le corrette modalità di gestione di tali attività.
     In tale senso, la Coldiretti di Avellino ha già trasmesso una lettera a tutti i Sindaci della Provincia sollecitandoli ad assumere, in tempi brevissimi, i provvedimenti necessari a dare seguito alla norma del decreto che demanda “ad un’apposita ordinanza del Sindaco competente per territorio” l’esplicitazione operativa di tale attività per mettere in condizioni i produttori agricoli di lavorare in serenità e nel rispetto delle norme.

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