Montevergine resta isolata, fumata nera in prefettura. La provinciale che porta al Santuario rimarrà chiusa al traffico veicolare. Il costone roccioso che accompagna il sentiero dei pellegrini è pericolante e mette a rischio l'incolumità degli automobilisti che percorrono l'arteria. Nulla di fatto dunque, al vertice in prefettura presenti tutte le autorità competenti, i sindaci dell'area, le forze dell'ordine. Nonostante le indagini positive commissionate dai monaci benedettini, i Vigili del Fuoco hanno dato parere negativo alla riapertura. Prima di riaprire la strada bisogna mettere in sicurezza il costone: per farlo occorrono tra gli 80 e i 100 mila euro e 3-4 settimane di lavori. Insomma, se tutto va bene il disagio continuerà almeno per un altro mese. Il problema è trovare i soldi. Il groviglio di competenze sull'area, dai monaci alla provincia, all'Enel fino ai comuni, rende difficile individuare il soggetto istituzionale che dovrà farsi carico dell'intervento. C'è comunque da precisare che la zona del costone è di propietà di monaci. Ma Montevergine però non è solo Mamma Schiavona, ci sono ripetitori televisivi e dell'enel, interessi militari strategici. Così si spera che il prefetto possa individuare una soluzione chiedendo l'aiuto delle autorità centrali o dei ministeri competenti.