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No Trivelle, l'Irpinia scende in piazza: manifestazione regionale a Gesualdo

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Dal coordinamento irpino No Triv-Beni comuni riceviamo e pubblichiamo:
“A terra è a nosta e nun s'ha da tuccà”. Questa frase tratta dalla canzone “Brigante se more” sintetizza in maniera indissolubile le giuste istanze dei cittadini Irpini rispetto alle trivellazioni petrolifere. Permesso di ricerca idrocarburi “Nusco” e pozzo esplorativo “Gesualdo 1”. L’Irpinia è a un bivio. Sviluppo sostenibile o terra di conquista verso gli idrocarburi? “Nessun dorma” perché le trivelle sono alle porte. Nessuno pensi di scrollarsi di dosso le proprie responsabilità, nè la Regione Campania nè il Governo centrale. L’Irpinia non può e non deve diventare terra di occupazione delle lobby petrolifere.
L’acqua che sgorga dalle sorgenti delle tre sorelle (Serino-Caposele-Cassano), il bacino dei Picentini da acqua a tre milioni di persone, disseta l’Irpinia, Salerno, Napoli e la Puglia e certamente non può e non deve essere compromessa dall’installazioni di pozzi petroliferi.
L’acqua è un bene comune e come tale deve passare attraverso il controllo diretto dei cittadini unici attori titolati a decidere del suo utilizzo. Quindi la Valutazione di Impatto Ambientale è propedeutica a un vincolo idrogeologico su cui l’Autorità di Bacino (ATO) potrebbe ancora questionare. Il vincolo in questione è la Legge 431 dell’8 Agosto 1985, meglio conosciuta come vincolo Galasso.
Pensare di trivellare tra zone SIC e ZPS passando per Parchi Naturali e Oasi WWF è pura e semplice eresia, questo significa non voler bene all’Irpinia.
A tal proposito ricordiamo i numeri del Progetto “Nusco”: 698 Km quadrati di possibile ricerca di cui 695,99 nella provincia di Avellino e 2,51 in quella di Benevento e 64 Km quadrati di esplorazione petrolifera attorno al pozzo, a venire, Gesualdo 1, nel quadrato di cui si parlava ricadono i seguenti Comuni: Gesualdo, Frigento, Villamaina, Torella, Sturno Rocca san felice, Sant’Angelo dei Lombardi, Flumeri, Castel Baronia, Grottaminarda, Paternopoli, Fontanarosa; Mirabella Eclano. La superficie totale del permesso di ricerca “Nusco” è equivalente ad un quarto dell’intera provincia di Avellino.
Il PTR regionale destina l’area di ricerca petrolifera (pozzo Gesualdo 1) come “area naturalistica ad esclusiva vocazione agricola”, ergo il permesso di ricerca “Nusco” confligge  con i dettami del PTR e quindi non risulta “spendibile” pena il suo rigetto in Commissione Regionale per quanto riguarda l’istanza di VIA.
L’Assessore Giovanni Romano, interrogato dal Consigliere Nappi – ha dichiarato di non voler interferire nelle scelte che la Commissione decentrata del Ministero dello Sviluppo Economico dovrà prendere intorno all’inizio del prossimo anno ( ricordiamo che il permesso di ricerca scade a fine 2014 ). Questo è “il punto di non ritorno”, questo è l’inizio dell’ultimo atto della “tragedia Irpinia”.
Una tragedia che è narrata attraverso due discariche (Pustarza e Difesa Grande), l’eolico selvaggio, l’elettrodotto che deturperà per sempre l’Abbazia del Goleto, la centrale elettrica a biomasse della Ferrero, la chiusura dei Tribunali e degli Ospedali, l’Isochimica, e l’inquinamento dei fiumi Calore e Sele passando per l’Alta Capacità e la bretella Lioni-Grottaminarda senza dimenticare la Pavoncelli bis. L’Irpinia è sotto attacco e come tale ha diritto di difendersi. La regione Campania ha inteso “dare al PTR un carattere fortemente processuale e strategico promuovendo ed accompagnando azioni e progetti locali integrati”, questo concetto posto a prologo del Piano territoriale Regionale viene affossato in nome del “profitto” delle Compagnie Petrolifere che incuranti delle bellezze del territorio irpino si apprestano ,“senza intoppi politici”, ad ottenere quanto richiesto sin dal 2002. Ora è venuto il momento di dire basta! Oggi l’Irpinia deve prendere coscienza dell’inizio della sua fine e il suo popolo deve pretendere risposte concrete dai suoi attori istituzionali e politici. Il territorio irpino va tutelato e salvaguardato da morte certa Quando si lavora, a torto o a ragione, per la rivalutazione di una agricoltura basata su prodotti di eccellenza, per la riscoperta dei suoi tesori artistici  ed architettonici  e per un turismo di nicchia non possono esistere compatibilismi per un suo sfruttamento verso fonti di energia fossile, vedi petrolio, fare questo significa distruggere per sempre una progettualità collettiva di medio e lungo termine su cui l’Irpinia ha puntato negli ultimi trent’anni. Anche per questo la politica non può far finta di niente restando, da più parti, muta nei confronti di una idea di sviluppo mai discussa e voluta afferibile al petrolio. La strategia energetica nazionale (SEN) va rivista, o meglio riscritta, basta con il porgere il destro alle compagnie petrolifere, assetate di profitto, bisogna considerare seriamente un cambio di rotta necessario verso le fonti di energia rinnovabile (solare ed eolico concordato con i comuni, le province e le regioni). Per tutto quanto detto il 22 dicembre l’Irpinia scenderà in piazza a difesa del territorio, della salute e della vita. Lo farà con una manifestazione regionale che si snoderà per il centro urbano di Gesualdo, dove appunto è stata predisposta “l’arma del delitto” cioè il primo pozzo esplorativo. Ci ritroveremo tutti a condividere un’idea di sviluppo basata sulla partecipazioni collettiva dei  cittadini verso scelte condivise. Niente è perduto, siamo ancora in tempo a costruire una autodeterminazione generale verso un futuro basato sull’esistente cioè storia ,cultura e sapori della terra. Il 22 è lo spartiacque tra l’essere soggetti passivi di scelte imposte dall’alto oppure essere attori principali del futuro della nostra Irpinia. Ci saranno i bambini delle scuole elementari, medie e superiori a rimarcare la loro opzione a voler “scegliere del proprio futuro in maniera autonoma”, ci sarà la chiesa, i Sindaci del comprensorio, le mamme con i propri figli e tanta, tanta gente stanca di subire scelte calate dall’alto che “ti costringono a camminare supini” insomma l’Irpinia tutta che in uno scatto di orgoglio griderà il proprio “No alle trivellazioni petrolifere” e un generale Si alla vita. Ci aspettiamo ed auspichiamo che il 22 siano presenti anche i parlamentari irpini e con essi quelli regionali, vogliamo i partiti e i sindacati oltre che tutte le associazioni presenti sul territorio ma che nessuno si sogni di mettere il proprio cappello sulla questione petrolio perché “A terra è a nosta e nun s'ha da tuccà”.

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