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Petrolio, gli interrogativi del Comitato NO trivellazioni

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DAL COMITATO NO TRIVELLAZIONI PETROLIFERE IN IRPINIA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
La coscienza comune irpina, da tempo, si misura con la matura consapevolezza che sia proprio l’agro alimentare la più realistica delle prospettive di sviluppo di questo territorio. 
Politici e imprenditoria ultimamente si confrontano su proposte e idee di crescita ma manca clamorosamente una piattaforma programmatica di riferimento in grado di alimentare programmazioni virtuose. Basti solo pensare che la provincia dei DOCG, degli IGT e dei DOP non ha uno straccio di norme di salvaguardia territoriale per rendersi conto che non esiste una politica di tutela, in grado di preservare e valorizzare il grande potenziale dell’agro alimentare irpino. 
La mancanza di questi strumenti unita alla gestione superficiale del territorio ha reso questa provincia vulnerabile ed indifesa rispetto alle speculazioni e ai progetti faraonici dal forte impatto ambientale.
Un ampio e variegato paesaggio fatto di mille colori tutti però tendenti al grigio!
La questione Petrolio, con tutte le sue criticità, ha fatto emergere questa che appare una forte emergenza riguardante la tenuta stessa del sistema economico irpino nella sua totalità.
Nel seguire l’ampio dibattito sul tema, politici ed imprenditori oltre a sottolineare quanto demagogicamente si ripete sull’idea di un’Irpinia virtuosa terra dai buoni frutti, purtroppo nulla aggiungono su questa grave emergenza lasciando aperti interrogativi e molte perplessità.
A chi giova questa confusione??? A cosa serve mantenere costantemente aperto questo sistema di porte scorrevoli che, oltre a qualche finanziamento europeo, porta dentro anche petrolio e monnezza???? 
Con la campagna di sensibilizzazione, ormai da due anni si sollecita una valutazione della questione Petrolio come questione di Sistema oltre che di emergenza ambientale. 
Tutelare le acque irpine così come salvaguardare il paesaggio rurale non rappresentano di certo semplici slogan di una campagna negazionista ma evidentemente istanze dal forte contenuto politico, rispetto alle quali non si può non verificare assoluta mancanza di sensibilità.
E ci si interroga ancora, senza riuscire a trovare una reale risposta, sul motivo per il quale le indicazioni del PTR Regionale non siano ancora state tradotte in ferme regole di governo del territorio così come, nonostante il continuo emergere di vertenze ambientali, non si sia mai creato un tavolo di discussione concreta su quali strumenti adottare per il rilancio di questo settore in Irpinia.
Un quadro incolore per un territorio che invece sta dimostrando sensibilità e proposte sempre più ricche e importanti!!
Questa classe dirigente regionale, che da qui a poco imperverserà in una caotica campagna elettorale, saprà dare slancio a queste istanze di cambiamento??? Avrà il coraggio di dare forza ad una visione di sistema finalmente consolidata intorno ad un’idea di sviluppo chiara e concreta???
A questi interrogativi, si legano anche gli esiti della vicenda del Petrolio, perché strettamente connessi a quale sarà la scelta di gestione del territorio che la politica intenderà prefigurare per l’Irpinia, al di là degli aspetti tecnico-amministrativi riguardanti l’istruttoria attualmente in corso per il progetto Gesualdo-1.

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