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Petrolio, il comitato: "Sul tema, patetico scarica barile"

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DAL COMITATO NO TRIVELLAZIONI PETROLIFERE IN IRPINIA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Le recenti novità introdotte dallo Sblocca Italia stanno per imprimere una severa svolta all’istruttoria relativa al progetto di ricerca Gesualdo-1, che da più di due anni giace presso la Commissione Via della Regione Campania in attesa di valutazione.
L’art. 38 comma 4 della Legge 164/2014 prevede, per i procedimenti autorizzativi in corso, il trasferimento delle competenze istruttorie dalle Commissioni tecniche regionali direttamente al Ministero dell’Ambiente nel caso in cui, decorso inutilmente il termine perentorio del 31.3.2015, tali procedimenti non fossero stati completati.
Allo stato attuale l’istruttoria per il progetto Gesualdo-1, nonostante anni di appelli, proposte e iniziative popolari, è ancora nelle mani della Commissione Via di Napoli, e non sono ancora pervenute notizie relative alla possibile convocazione del gruppo istruttore deputato alla verifica del progetto e delle osservazioni recentemente trasmesse dal comitato.
Si profila, pertanto, il temuto disimpegno della Regione Campania e l’avvio di una fase di assoluta incertezza sugli esiti finali di questa vicenda che, d’un tratto, passerebbe alle competenze della ben più caotica burocrazia ministeriale.
L’iter autorizzativo per i progetti petroliferi, nella sua complessità, vede proprio nell’analisi tecnica delle istanze il punto focale dei procedimenti; e la valutazione nel merito da parte di istruttori non legati al territorio, come potrebbe accadere per Gesualdo-1, francamente induce maggiori preoccupazioni.
Pertanto si sollecita il Consiglio Regionale e gli assessori Vittorio Fucci e Giovanni Romano ad esprimersi in maniera netta sulla questione, senza scadere nella sterile propaganda elettorale.
Ai timori sull’esito del progetto si uniscono altri, anche più forti, sul destino che lo Sblocca Italia potrà riservare all’Irpinia. 
L’art. 38 comma 1-bis riserva al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) la formulazione di un piano della aree da destinare alle attività di ricerca di idrocarburi, da adottare previa intesa con la Conferenza Unificata Stato-Regioni.
Questo comma, inizialmente ribattezzato Comma Irpinia perché mutuato alle istanze provenienti proprio da Gesualdo, adesso appare assolutamente di difficile interpretazione. 
E’ venuto meno nel testo l’esplicito riferimento all’introduzione di griglie di valutazione basate su un principio di salvaguardia ambientale, che avrebbero previsto l’esclusione dalle aree di ricerca di quei territori che, come l’Irpinia, presentano forti criticità ambientali e soprattutto bacini idrici strategici. 
Soggetto a ricorso per incostituzionalità da parte anche della Regione Campania per via del forzato superamento delle competenze regionali sulla materia, rimane un testo ambiguo e pericoloso, perché suscettibile di interpretazioni tutt’altro che virtuose dal punto di vista della tutela ambientale. 
In merito a questo piano delle aree si sollecita una spiegazione chiara e coerente da parte del deputato irpino del PD, Luigi Famiglietti e della segreteria provinciale del partito, che nel corso degli ultimi mesi hanno ripetutamente rassicurato tutti, facendo menzione a questo comma come alla chiave di volta dell’intera questione petrolio in Irpinia.
E mentre queste incoerenze alimentano incertezza e dubbi, la società civile irpina invece si mostra compatta rifiutando la prospettiva petrolio per rilanciare un’idea di sviluppo nella quale cultura, ambiente e agroalimentare diventino capisaldi per gli investimenti e per la progettualità imprenditoriale.
Politica distratta?? Poca attenzione alle istanze del territorio??
Con la campagna elettorale alle porte, sul tema si registra soltanto un patetico scarica barile con demagogiche invettive da parte di tutti i soggetti politici, insieme complici di un disastro che parte da lontano!!
La mancata adozione del Piano energetico regionale e la mancata applicazione del PTR pesa in maniera determinante sull’attuale stato di confusione del governo di questo territorio che, negli ultimi anni è palesemente sotto l’attacco di speculazioni ambientali di ogni genere indubbiamente alimentate da colpevoli carenze di gestione.
Rispetto a questo stato di caos il proliferare dei comitati, da alcuni visto come un male, appare piuttosto come sintomo di insofferenza diffusa rispetto alle legittime istanze di COERENZA che una provincia come la nostra, dove tutto è natura, chiede con forza da sempre.
Le novità introdotte dallo Sblocca Italia stanno per imprimere una severa svolta all’istruttoria relativa al progetto di ricerca Gesualdo-1, che da più di due anni giace presso la Commissione Via della Regione Campania in attesa di valutazione.
L’art. 38 comma 4 della Legge 164/2014 prevede, per i procedimenti autorizzativi in corso, il trasferimento delle competenze istruttorie dalle Commissioni tecniche regionali direttamente al Ministero dell’Ambiente nel caso in cui, decorso inutilmente il termine perentorio del 31.3.2015, tali procedimenti non fossero stati completati.
Allo stato attuale l’istruttoria per il progetto Gesualdo-1, nonostante anni di appelli, proposte e iniziative popolari, è ancora nelle mani della Commissione Via di Napoli, e non sono ancora pervenute notizie relative alla possibile convocazione del gruppo istruttore deputato alla verifica del progetto e delle osservazioni recentemente trasmesse dal comitato.
Si profila, pertanto, il temuto disimpegno della Regione Campania e l’avvio di una fase di assoluta incertezza sugli esiti finali di questa vicenda che, d’un tratto, passerebbe alle competenze della ben più caotica burocrazia ministeriale.
L’iter autorizzativo per i progetti petroliferi, nella sua complessità, vede proprio nell’analisi tecnica delle istanze il punto focale dei procedimenti; e la valutazione nel merito da parte di istruttori non legati al territorio, come potrebbe accadere per Gesualdo-1, francamente induce maggiori preoccupazioni.
Pertanto si sollecita il Consiglio Regionale e gli assessori Vittorio Fucci e Giovanni Romano ad esprimersi in maniera netta sulla questione, senza scadere nella sterile propaganda elettorale.
Ai timori sull’esito del progetto si uniscono altri, anche più forti, sul destino che lo Sblocca Italia potrà riservare all’Irpinia. 
L’art. 38 comma 1-bis riserva al Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) la formulazione di un piano della aree da destinare alle attività di ricerca di idrocarburi, da adottare previa intesa con la Conferenza Unificata Stato-Regioni.
Questo comma, inizialmente ribattezzato Comma Irpinia perché mutuato alle istanze provenienti proprio da Gesualdo, adesso appare assolutamente di difficile interpretazione. 
E’ venuto meno nel testo l’esplicito riferimento all’introduzione di griglie di valutazione basate su un principio di salvaguardia ambientale, che avrebbero previsto l’esclusione dalle aree di ricerca di quei territori che, come l’Irpinia, presentano forti criticità ambientali e soprattutto bacini idrici strategici. 
Soggetto a ricorso per incostituzionalità da parte anche della Regione Campania per via del forzato superamento delle competenze regionali sulla materia, rimane un testo ambiguo e pericoloso, perché suscettibile di interpretazioni tutt’altro che virtuose dal punto di vista della tutela ambientale. 
In merito a questo piano delle aree si sollecita una spiegazione chiara e coerente da parte del deputato irpino del PD, Luigi Famiglietti e della segreteria provinciale del partito, che nel corso degli ultimi mesi hanno ripetutamente rassicurato tutti, facendo menzione a questo comma come alla chiave di volta dell’intera questione petrolio in Irpinia.
E mentre queste incoerenze alimentano incertezza e dubbi, la società civile irpina invece si mostra compatta rifiutando la prospettiva petrolio per rilanciare un’idea di sviluppo nella quale cultura, ambiente e agroalimentare diventino capisaldi per gli investimenti e per la progettualità imprenditoriale.
Politica distratta?? Poca attenzione alle istanze del territorio??
Con la campagna elettorale alle porte, sul tema si registra soltanto un patetico scarica barile con demagogiche invettive da parte di tutti i soggetti politici, insieme complici di un disastro che parte da lontano!!
La mancata adozione del Piano energetico regionale e la mancata applicazione del PTR pesa in maniera determinante sull’attuale stato di confusione del governo di questo territorio che, negli ultimi anni è palesemente sotto l’attacco di speculazioni ambientali di ogni genere indubbiamente alimentate da colpevoli carenze di gestione.
Rispetto a questo stato di caos il proliferare dei comitati, da alcuni visto come un male, appare piuttosto come sintomo di insofferenza diffusa rispetto alle legittime istanze di COERENZA che una provincia come la nostra, dove tutto è natura, chiede con forza da sempre.

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