Si ritorna nuovamente a parlare di ospedali e di servizi da offrire agli utenti, ma ancora in termini di razionalizzazione. Ed infatti nelle intenzioni del manager dell’Asl Sergio Florio, c’è la volontà a razionalizzare sempre più il sistema sanitario irpino. In base alla delibera n731 adottata il 31maggio e pubblicata il 5 giugno 2012 e contenente integrazioni e modifiche del piano attuativo dell’Asl Avellino , egli propone agli organi regionali la dismissione dei due presidi Saut 118 di Sant’Angelo e di Solofra, cioè descrive la nuova configurazione strutturale e la riorganizzazione dei processi assistenziali prevista per i prossimi 24 mesi.Due presidi di fondamentale importanza posti in due vasti territori che hanno bisogno urgente dell’assistenza in emergenza. Immediate le reazioni dei sindacati e dei medici che ritengono tale proposta da sottoporre alla Regione davvero scellerata e senza un margine di rispetto nei riguardi di due aree territoriali che pagano sempre ed unicamente in prima persona. Dunque bisogna risparmiare a danno dei tanti cittadini che non potranno essere più soccorsi al proprio domicilio e abbattere così la possibilità di far sopravvivere un servizio istituito da anni e anni con lo scopo di affrontare le emergenze con tempestività e che anno dopo anno è andato sempre più migliorando nelle tecniche nell’affrontare i codici rossi, ovvero quei casi che richiedono un tempestivo intervento sul territorio e l’adozione di immediate risposte terapeutiche salvavita. In una nota il segretario provinciale Fp Cgil medici, Pasqualino Molinario difende a spada tratta il servizio Saut, e dice che in nome di una presunta razionalizzazione si pretende di cancellare l’unica garanzia di sanità sul territorio in zone geograficamente vaste e disagiate. Inoltre per Molinario i cittadini irpini, saranno ancora una volta penalizzati e privati del diritto fondamentale alla salute garantito dai Livelli essenziali di assistenza e dalla Costituzione. In realtà il provvedimento è in contrasto con quanto si è già verificato e cioè per il risparmio del deficit regionale che non ha portato ovviamente a nulla di buono se non un evidente collasso della sanità irpina, registrato con la chiusura dell’ospedale di Bisaccia e la mancata assunzione del personale sanitario. Si preannunciano iniziative forti per contrastare una scelta illogica e ingiustificabile.
Commenta l'articolo