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Trivellazioni, prima vittoria del fronte del ''no'': passa la risoluzione Pd

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Approvata ieri pomeriggio, la risoluzione “Notriv” targata Partito Democratico.
La richiesta di impegno al governo Renzi in materia di ricerche petrolifere, ha avuto il successo insperato di un’approvazione congiunta della Commissione Ambiente e di quella Attività produttive, storicamente, quest’ultima contraria a forme di limitazioni alla ricerca energetica.
”Un risultato importante per garantire massima sicurezza all’ambiente e alle popolazioni coinvolte con l’impegno ad accelerare l’abbandono delle fonti fossili e promuovere ulteriormente fonti rinnovabili ed efficienza energetica" - dichiara Stella Bianchi, deputata PD, prima firmataria della risoluzione.
Il testo della risoluzione, il primo nella storia “notriv” a prevedere limitazioni delle estrazione su “terra ferma”, deve molto anche all’Irpinia. Tra i contributi ricevuti, infatti, “l’idea di non ostinarsi verso una negazione delle attività estrattive ma di promuovere una griglia di valutazione che, di fatto, preservi territori delicati come il nostro, è stata la leva per poter arrivare in Parlamento ad un consenso ampio. Un’idea nata proprio dal confronto che la Segreteria provinciale PD, col forum Ambiente e Comunità, ha tenuto con i comitati e con consulenti scientifici, come il geologo Sabino Aquino”, afferma Luigi Famiglietti, cofirmatario del documento.
Tra gli elementi principali della risoluzione approvata dalle due commissioni, che potrebbero interessare le vicende legate al “progetto Nusco” in Alta Irpinia, sono le richieste
a prevedere il blocco delle attività in corso e del rilascio di future autorizzazioni nelle zone di elevato rischio sismico, vulcanico, di subsidenza;
di affiancare alle procedure di valutazione di impatto ambientale una accurata analisi dei costi e benefici in relazione alle future eventuali attività esplorative e di coltivazione da autorizzare in zone di pregio turistico ed economico, con particolare riguardo agli eventuali impatti negativi che tali attività possono avere sull’economia dei territori coinvolti nei diversi settori produttivi;
di adottare le necessarie iniziative volte a una revisione del sistema delle autorizzazioni per le trivellazioni prevedendo il coinvolgimento del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare anche redigendo apposite griglie di valutazione in grado di recepire in modo oggettivo specifici punti di criticità, quali ad esempio la presenza di falde acquifere o elevati rischi sismici e rilevanti fragilità geologiche dei territori interessati dalle ipotesi di ricerca, esplorazione e coltivazione di idrocarburi;
di garantire, in attuazione degli obblighi derivanti dalla convenzione di Århus, il diritto di partecipazione dei cittadini al fine di contribuire a tutelare il diritto dei cittadini di vivere in un ambiente adeguato ad assicurare la salute e il benessere delle persone garantendo quindi con le forme opportune il massimo grado di pubblicità delle attività progettate, in corso di realizzazione e di svolgimento;
Più in generale, sono state richieste anche più stringenti garanzie, da parte dei titolari di concessioni, sulla redazione di adeguati piani di emergenza e delle risorse necessarie a interventi immediati di sicurezza, di disinquinamento e bonifica in caso di incidente, oltre alle coperture economiche necessarie al decommissioning ed dei costi derivanti da incidenti. Ribadito, ancora, il divieto della tecnica della fratturazione idraulica (fracking), il rispetto della direttiva sulle emissioni industriali e, soprattutto, le commissioni riunite impegnano il governo ad accelerare l’abbandono delle fonti fossili per promuovere ulteriormente fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
La risoluzione approvata, anche dopo un serio confronto che ha coinvolto tutti i partiti, segna il recepimento, da parte della politica italiana, della diffusa volontà espressa dai territori gia interessati o minacciati dalle trivellazioni, a non voler sacrificare le potenzialità concrete del nostro paese sull’altare di uno sviluppo energetico legato a logiche antiche, oramai senza senso anche quando lasciano immaginare possibilità di sviluppo “presto e subito”.
Per quanto riguarda le attività in Alta Irpinia, “purtroppo, restano ancora vincolate alle contraddittorie scelte della Regione Campania e quindi della Giunta Caldoro, - dichiara Mario Pagliaro responsabile ambiente della Segreteria provinciale – nell’immediato, resta solo la speranza di un rinsavimento della classe politica del centrodestra campano. Anche se, dopo il deludente atteggiamento tenuto in audizione dalla Commissione Valutazione Impatto Ambientale, l’influenza delle lobby petrolifere sulla la volontà politica del Governatore “più amato d’Italia” ed in generale, l’assenza di coerenza e intelligenza sui temi ambientali e dello sviluppo delle aree interne, appaiono sempre più chiare.” 
SODDISFATTO IL COMITATO NO TRIV
Apprendiamo con soddisfazione l'approvazione del testo della risoluzione parlamentare, firmata PD, riportante una proposta di revisione della complessa tematica delle ricerche petrolifere. Condividiamo il principio della proposta e sottolineiamo l'importante contributo offerto in termini di impulso e stimolo alla politica per un impegno a tutela dell'ambiente e dell'Irpinia. L'apporto di Sabino Aquino, consulente del comitato, è risultato determinante per poter offrire forza e contenuti al provvedimento. Acqua, criticità ambientali, rischio sismico sono elementi di discrimine che non possono non essere tenuti in considerazione nelle fasi di ricerca e sfruttamento degli idrocarburi, e il Progetto Nusco queste criticità, purtroppo, le evidenzia praticamente tutte!! 
Adesso ci aspettiamo che i parlamentari locali incomincino, forti di questa approvazione, a fare pressione sulla Regione affinché si arrivi al diniego della valutazione d'impatto ambientale sul progetto Gesualdo-1. Non vorremmo che l'Irpinia detti norme di tutela per la nazione sacrificando se stessa a tutela di altri territori.
In questa fase delicata riteniamo opportuno inoltre sollecitare i sindaci a non darsi per vinti e a cercare di percorrere tutte le strade possibili per arrivare al rigetto del progetto Gesualdo-1. 
Non vorremmo che passi il vittimismo misto ad impotenza che adesso sta alimentando solo sterili ed inutili polemiche finalizzate solo a trovare capri espiatori o presunti colpevoli. 
COMITATO NO TRIVELLAZIONI PETROLIFERE IN IRPINIA 

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