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Vertenza Irisbus, la Fismic: a Roma, due passi indietro

Irisbus

La Fismic sull'incontro di Roma:
"L’incontro (balneare), che si è  tenuto a Roma (al Mise), ha fatto fare due passi indietro alla vertenza dei lavoratori della Irisbus di Valle Ufita, questa  è  la nostra considerazione a freddo del merito dell’incontro romano, dichiara Giuseppe Zaolino della Fismic, che nell’occasione ha rappresentato la Segreteria Nazionale della Fismic e la delegazione della Fismic di Avellino in cui erano presenti per la Segreteria Provinciale Antonio Longobardi e per la RSA Giovanni Garofano e  Gerardo Novino. Il primo passo indietro, spiega Zaolino, è  rappresentato dalla certezza della decisione Fiat che aveva visto giusto, tre anni fa nel prevedere il crollo del mercato pubblico degli autobus per la mancata programmazione politica dei governi nazionali e regionali con le conseguenze nefaste sull’ occupazione dell’ intero comparto produttivo. Il secondo passo indietro è  rappresentato dalla certezza che (mister Lambretta) era il classico tentativo speculativo che piaceva solo a qualche sindacalista sprovveduto della nostra provincia che giusto un anno fa annunciava la svolta della vertenza tirando la volata al progetto che si è rivelato poi una grande bufala. 
La Fismic, continua Zaolino,  vigilerà  su eventuali tentativi di speculazione industriale perché  tutti i tentativi finora consumati (da Di Riso ai cinesi e a Cottone ) hanno evidenziato che quello stabilimento fa gola in particolare a soggetti senza scrupoli pronti ad intervenire nella nostra provincia, attirati solo dal denaro pubblico. Su questo specifico tema, continua Zaolino, siamo stati molto chiari anche con l’assessore regionale Nappi che con i soliti venti milioni promessi all’ Irpinia prevede di avviare lo sviluppo (dopo averli già  promessi a Solofra a  Pianodardine e all’ Alta Irpinia) e adesso li promette anche per il rilancio della Irisbus.
Provocatoriamente ,continua  Zaolino, gli abbiamo suggerito di spenderli per realizzare in Irpinia l’ammodernamento di tutti i depuratori per una seria politica che determini una nuova e più  efficace politica della depurazione consentendo cosi di mantenere la gestione saldamente in mano pubblica per evitare l’inquinamento ambientale della provincia garantendo l’occupazione dei lavoratori del CGS e offrendo agli imprenditori  (vecchi e nuovi ) un servizio efficiente e a costi ridotti. 
L’incontro romano in definitiva, conclude Zaolino, non ha accontentato nessuno ed il rinvio a settembre con un governo indebolito dalla sentenza della cassazione, sul caso Berlusconi, non fa presagire nulla di buono."

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